LO SPETTACOLO
Nel cielo una pioggia luminosa

Le stelle cadenti non sono certo una novità, visto che tornano a “pennellare” il buio in diversi periodi dell’anno.
Eppure adesso c’è una poesia molto particolare: il cielo terso di questi giorni, favorito dall’assenza di nuvole, dalle raffiche del favonio e dal clima “mite”, facilita gli avvistamenti anche in un periodo solitamente coperto o proibitivo per le lunghe permanenze all’esterno.
Ed ecco che è molto probabile, alzando lo sguardo al calar del sole, avvistare anche decine di scie luminose sopra le Prealpi, in particolare scegliendo postazioni senza troppo inquinamento luminoso.
Fino a domenica 12 gennaio stanno transitando in zona le Quadrantidi: fino all’Epifania il massimo di intensità dello sciame di stelle cadenti, come spiegano gli esperti della Società astronomica Schiaparelli.
Prima dell’alba è stato possibile osservare un buon numero di stelle cadenti (qualche decina in tutto il cielo) e lo spettacolo potrebbe ripetersi ancora soprattutto dopo l’una, quando sorge la costellazione di Bootes, da cui le stelle cadenti sembrano irradiarsi.
«Il loro nome - spiega Paolo Valisa - è dovuto al fatto che in quella zona di cielo alla fine del 1700 era stata introdotta dall’astronomo Jerome de Lalande la costellazione del “Quadrante Murale” (strumento astronomico dell’epoca), poi scomparso dagli atlanti stellari moderni. Il pulviscolo interplanetario che la terra incontra in queste notti è dovuto alla frammentazione dell’asteroide 2003EH1 che è forse il residuo di un’antica cometa osservata nell’anno 1490 dagli astronomi cinesi».
Una storia affascinante, dunque, anche perché affonda le radici in un passato vecchio di 500 anni: «Non sempre abbiamo la possibilità di ricostruire l’origine delle meteore - aggiunge ancora Valisa, fra i più brillanti allievi del professor Furia -. Invece incrociando queste testimonianze degli astronomi dell’epoca, abbiamo potuto notare la coincidenza dell’orbita, della posizione rispetto alle costellazioni. Non potremo mai avere la certezza assoluta, ma una buona possibilità sì. Forse appunto si tratta della distribuzione di detriti di un asteroide antico».
Nel corso dell’anno sono circa 300 gli sciami di stelle cadenti, ma una manciata sono molto visibili: per esempio le Perseidi di San Lorenzo intorno a Ferragosto, o le Geminidi di metà dicembre. Ma questa volta è il clima molto particolare di questi giorni a rendere più facile e accessibile questo spettacolo: «Io stesso in un quarto d’ora ne ho osservate quattro - dice ancora Valisa -. Il cielo si presenta particolarmente limpido in queste sere, anche se il fenomeno andrà via via attenuandosi nei prossimi giorni».
Il tam tam si sta diffondendo anche grazie alla rete e molti decidono di “impegnarsi”, appostandosi con gli occhi rivolti alla volta celeste. Poesia? Scienza? Certo, ma a volte anche timore, soprattutto quando, come l’altro ieri, è stato avvistato un grosso bolide in tutto il Nord Italia. «In quei casi molti chiamano allarmati e ci chiedono spiegazioni - ammette lo scienziato -: più che la fascinazione, prevale allora la paura degli Ufo o di strane esplosioni».
Alieni a parte, c’è chi si gode questa meraviglia offerta gratuitamente dal cielo, magari esprimendo un desiderio per l’anno appena cominciato. Certe cose restano identiche anche a cinquecento anni di distanza.
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