IN SALUTE
Varese gluten free

«La celiacaaaaaa!». Qualcuno, ancora porta la pizza al tavolo facendo sentire a tutta la sala, ma proprio a tutta, la parola che rimbomba. «Celiaca...».
Di chi è questa pizza? Chi è la persona in questione? Naturalmente un tempo tutti si giravano a guardare, oggi la celiachia è talmente diffusa che nessuno ci fa più caso, semmai ancora dovesse capitare di imbattersi in un cameriere non proprio riservato.
Pizza celiaca è naturalmente un modo di dire: la celiachia è una patologia e i cibi che vanno mangiati per evitare di stare male o di danneggiare gli organi, devono essere senza glutine. Dunque la frase giusta è: senza glutine. Gluten free.
Dove mangiare fuori casa? Perché una vita sociale, un tempo considerata impossibile per chi non può ingerire glutine, va pur garantita. E se fino a un decennio fa era quasi impossibile trovare pizzeria e ristoranti «tarati» su questo problema, oggi non è più così.
Sono considerati celiaci, con la patologia diagnosticata e l’esenzione, 3063 cittadini di Varese e della provincia che risiedono nei confini dell’Ats Insubria. Non pochi. Non abbastanza, però.
Le stime dicono infatti che sono almeno 9mila le persone colpite ma che un terzo, almeno, non lo sa. Perché non ha una diagnosi.
La causa dello «stare male» è l’ingestione del glutine, proteina che fa da collante a molti cibi e che è così pericolosa per chi soffre di questa malattia dell’intestino tenue, che si verifica in individui predisposti. Sono una ottantina, in provincia di Varese, i locali dove si può mangiare senza il rischio di finire in ospedale, stare parecchio male o semplicemente danneggiare, in modo subdolo ma costante, i propri organi interni.
E non si tratta soltanto di locali dove mangiar fuori inseriti ufficialmente nell’elenco dell’Aic, l’Associazione italiana celiachia, quella più «antica». Nel capoluogo e in molti comuni del circondario, in particolare nella zona del Gallaratese. Pizzerie, ristoranti, trattorie, hotel, bar dove prendere un aperitivo senza rischiare grosso.
Il territorio è ricco di opportunità. Anche di gelaterie, vista la stagione invitante. Alcuni esercizi pubblici aderiscono al programma «Mangiare fuori casa» dell’Aic, molti altri semplicemente indicano che è possibile mangiare senza glutine.
Caratteristica della ristorazione amica dei celiaci sul territorio è che è contraddistinta da chef, locali e menù prestigiosi. Se si può gustare, appunto, una pizza senza grandi problemi a prezzi abbordabili, si può anche lanciarsi in una cena di quelle indimenticabili nei ristoranti che si sceglierebbero senza avere come commensale il partner, il figlio o un amico, celiaco. A Varese, a Malnate, a Comerio, a Cadrezzate, a Sumirago, Saronno, Somma Lombardo, Fagnano Olona, Daverio e a Cuasso al Monte, per stare nel Nord della provincia, per poi ridiscendere a Busto Arsizio, Gerenzano e Castellanza.
Ristoranti celebri, tovaglie raffinate, impiattamento da gara televisiva, chef quotati. C’è da dire, però, che basta anche entrare in qualunque bar o trattoria e dire che si è celiaci, per non raccogliere più sguardi interrogativi e poter comunque mangiare senza intossicarsi. Certo, ci vuole accortezza. Bisogna chiedere gli ingredienti di un piatto, eventuali contaminazioni ed escludere quelli che non danno garanzie.
Raramente, comunque, il celiaco non riesce a mangiare nulla e si alza da tavola ancora con il celebre «buco nello stomaco».
Capita più spesso, invece, che siano le persone che invitano un celiaco a essere a disagio, o perché non sono a conoscenza della patologia o perché, al contrario, sono ospiti a casa di un celiaco, si dimenticano il dettaglio e si imbarcano in preparazioni casalinghe ad alto tasso di glutine.
In realtà i negozi dove si possono comperare alimenti gluten free sono tantissimi. Alcuni sono inseriti nell’elenco ufficiale della Regione Lombardia, per il territorio varesino dell’Ats Insubria. In totale sono una novantina i punti della grande distribuzione e una decina i negozi specifici, molti alimentari bio, è un fiorire di opportunità.
Con l’esenzione della tessera sanitaria, poi, da qualche anno è stata estesa la possibilità di nutrirsi comperando dagli scaffali dei supermercati (e non pagando, per chi ha una diagnosi riconosciuta dalla Regione). Un tempo invece, e si parla di poco più di dieci anni fa, i prodotti per celiaci si potevano ordinare soltanto in farmacia.
Come ottenere l’esenzione? A seguito della diagnosi del medico specialista di struttura pubblica o privata accreditata, il cittadino si deve recare nella sede territoriale della Asst di residenza per registrare l’esenzione. Il celiaco ha così diritto ai prodotti dietetici senza glutine.
Le informazioni utili si trovano sul registro sanitario elettronico (per un approfondimento fascicolosanitario.regione.lombardia.it/celiachia).
La celiachia non è più malattia rara, ma è stata inserita nell’elenco delle malattie croniche sulla base dell’ultimo aggiornamento dei Lea, Livelli essenziali di assistenza.
© Riproduzione Riservata