L’APPUNTAMENTO QUARESIMALE
Delpini a Induno, in duemila alla Via Crucis
L’arcivescovo di Milano: «Cercate in Gesù ristoro e sollievo»

Duemila fedeli hanno partecipato ieri sera, martedì 18 marzo, a Induno Olona, alla prima tappa (ospitata dal Decanato “Valceresio”) della “Via della Croce”, l’appuntamento quaresimale che l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, guiderà in ognuna della sette zone pastorali in cui è suddivisa la diocesi ambrosiana.
LA MEDITAZIONE
«Venite a me! Gesù ci invita a cercare in lui ristoro e sollievo. Non dice di pregare, non dice di impegnarsi di più e non dice di immaginare un domani migliore». E’ questo un passaggio della meditazione proposta ieri sera da monsignor Mario Delpini. Il presule, richiamando la prima scena della Passione quando Gesù, nell’orto degli ulivi attorniato dai discepoli vinti dal sonno, prova paura ed angoscia, ha spiegato che «appoggiando il capo alla spalla di Gesù, piangendo e sospirando in sua presenza, confidandosi e stando in silenzio, il discepolo addormentato può diventare il discepolo amato». Dopo aver sottolineato che «il cammino quaresimale, la celebrazione dei santi misteri e la Via Crucis possono aiutare a smettere di essere tra i discepoli addormentati per essere, insieme con Maria e con il discepolo amato, presso la croce di Gesù», Delpini ha invitato a «seminare nella giornata istanti di silenzio e briciole di desiderio per fare entrare la luce di Gesù anche nella nostra vita complicata e frenetica».
VINCERE LA DISTRAZIONE
Un atteggiamento indispensabile anche per vincere, con l’attenzione donataci da Gesù, la distrazione «che ci accompagna sempre, anche se siamo in chiesa, anche se vogliamo pregare». Infine, l’arcivescovo ha precisato che «non basterà uno sforzo di concentrazione, non basterà la moltiplicazione delle parole ma, solo l’effusione dello Spirito Santo ci aiuterà ad entrare nella preghiera di Gesù insegnandoci a dire come Lui: “Abbà, Padre!”».
IL PERCORSO E LE FERMATE
Accolto dal vicario episcopale per la zona di Varese, don Franco Gallivanone, e dal decano e responsabile delle comunità pastorali “Madonna d’Useria”, composta dalle parrocchie di Arcisate e Brenno, e “San Carlo” di Induno Olona formata dalle parrocchie di San Giovanni Battista e San Paolo Apostolo, don Claudio Lunardi, il presidente della Conferenza episcopale lombarda ha presieduto la celebrazione del rito che, partendo dal piazzale della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista ha raggiunto, lungo un percorso di circa un chilometro e mezzo, la chiesa di San Paolo Apostolo. Quattro le stazioni previste dal Servizio diocesano per la pastorale liturgica per la tappa varesina della Via Crucis guidata dall’arcivescovo Delpini. Ad ogni fermata, dopo un breve richiamo evangelico, ai numerosi fedeli provenienti dalle comunità della più vasta zona pastorale della diocesi sono stati proposti, quale spunto di riflessione, dei commenti offerti da Papa Francesco e da Papa Benedetto XVI. Coordinati dalla responsabile dei gruppi liturgici del decanato, suor Maura Brusadelli, la croce è stata portata, di stazione in stazione, dai rappresentanti dei vari organismi delle sedici comunità parrocchiali che compongono il decanato guidato da don Lunardi. Tra coloro che hanno avuto il compito di portare il simbolo della salvezza per i cristiani, anche il giovane responsabile per la pastorale giovanile decanale, don Andrea Giuliani. Dietro a lui, stretti attorno al loro arcivescovo, i quindici presbiteri ai quali è affidata la cura spirituale dei quasi 50.000 residenti in Valceresio. A loro, monsignor Delpini ha chiesto di preparare la Chiesa del futuro.
IL PROGETTO
Il presule, infatti, ha scelto il sessantaseienne decano originario di San Vittore Olona per avviare un progetto avveniristico che, tra qualche anno, potrebbe raggiungere l’obiettivo di vedere realizzata l’esperienza di una comunità decanale. Delpini sta lavorando affinché la Chiesa di Milano non si faccia trovare impreparata quando, soprattutto a causa della continua e significativa diminuzione delle vocazioni sacerdotali e dell’inevitabile invecchiamento del clero, la struttura della comunità pastorale non sarà più idonea per garantire l’assistenza spirituale a tutto il territorio diocesano. «Portare la croce per un tratto della Via Crucis – ha sottolineato il decano – vuole ricordarci che la fatica del cammino ha un traguardo: il Regno di Dio». Una missione impegnativa – ha continuato don Claudio - «non sempre facile e frenata da tante resistenze». Al termine della Via Crucis, i fedeli, nel cortile della parrocchia di San Paolo, hanno potuto ammirare la Croce della Misericordia, dipinta da una volontaria e dai detenuti della casa circondariale di Paliano, in provincia di Frosinone, attualmente ospitata all’interno del carcere varesino dei Miogni ed eccezionalmente inserita nel contesto della Via Crucis zonale grazie alla volontà del cappellano e responsabile della Caritas zonale, don Matteo Rivolta.
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