SERIE A
Vincono entrambe, festeggia solo il Napoli
L’Inter batte il Como, ma non basta per cambiare la classifica. Può esplodere la festa scudetto azzurra

Il Napoli è campione d’Italia. La vittoria al Maradona sul Cagliari (2-0) sancisce definitivamente la conquista del titolo per la squadra di Antonio Conte, a conclusione di una stagione caratterizzata da un appassionante e sfibrante testa a testa con l’Inter. È uno scudetto che arriva in maniera sorprendente sia perché fa seguito a una stagione, quella dello scorso anno, estremamente deludente e chiusa al decimo posto, sia per la ristrettezza della rosa e per i continui infortuni che nella seconda parte del campionato hanno condizionato la squadra.
La partita con il Cagliari è a metà strada tra un evento sportivo, fatto di agonismo e di tattica e un grande spettacolo in cui gli attori protagonisti, oltre ai calciatori in campo sono i 55mila tifosi assiepati sugli spalti del Maradona. Ma l’abbraccio dei napoletani alla loro squadra non si limita soltanto alla presenza sugli spalti dell’impianto di Fuorigrotta. In decine di migliaia, infatti, raggiungono la zona dello stadio nelle prime ore del pomeriggio per vivere l’emozione del momento, la conquista del quarto scudetto, sia pure senza assistere alla partita. E nelle tre piazze cittadine in cui erano stati sistemati i maxischermi che mandano in diretta la partita l’entusiasmo dei tifosi è alle stelle.
Lo stadio, già pieno diverse ore prima dell’inizio del match, è completamente tinto d’azzurro. La partita è una festa, organizzata nei minimi dettagli, con il risultato del match che è considerato soltanto un aspetto secondario, considerato che la vittoria degli azzurri era data per scontata prima ancora dell’inizio. L’occasione di realizzare il miracolo di cui Antonio Conte ha parlato per tutta la stagione è talmente grande e ghiotta che nessuno pensa che possa non essere sfruttata. Ed è proprio così che va a finire. Il Cagliari, già salvo da una settimana, non ha la forza e forse neppure la voglia di frapporsi tra il Napoli e lo scudetto.
E la partita fila via liscia, anche se nel primo tempo, con l’Inter in vantaggio a Como e con gli azzurri che non riescono a sbloccare il risultato, qualche fantasma maligno si affaccia sul terreno di gioco del Maradona. Ma al 41’ ci pensa l’uomo del destino, Scott McTominay che su traversone da destra di Politano inventa una sforbiciata che manda il pallone alle spalle di Sherri.
Alla squadra di Conte, tornata capolista in un avvincente sorpasso e controsorpasso con l’Inter, non resta che completare l’opera, allargando il vantaggio per evitare che il “corto muso” che ha caratterizzato spesso in questa stagione le prestazioni della squadra, comporti un secondo tempo vissuto tra sofferenze e stati di ansia. E al 5’ della ripresa ci pensa Lukaku a mettere a segno il gol della sicurezza. Il belga parte dalla distanza in solitaria, resiste all’attacco di Adopo e Mina, entra in area di rigore e insacca con un rasoterra in diagonale.
D’altro canto tutta la preparazione della gara, in settimana, era stata puntata sull’atteggiamento da tenere in campo, sullo sforzo da fare per non dare tregua a spazio al Cagliari e portare a casa una vittoria che, indipendentemente dal risultato dell’Inter impegnata a Como, potesse dare la certezza del titolo. Tutto è finalizzato alla grande conquista, il quarto scudetto della storia, agguantato dal Napoli al termine di uno dei tornei più appassionanti e logoranti degli ultimi anni. Il Maradona da quel momento diventa uno spettacolo nello spettacolo. In una sarabanda di suoni e di colori, la partita continua nell’attesa generale del fischio di chiusura dell’arbitro. Il Napoli nasconde il pallone e gestisce il prezioso vantaggio, facendo scorrere i minuti che separano la squadra e tutta la città dalla conquista del quarto scudetto. La partita finisce e subito dopo comincia la festa.
L’INTER VINCE A COMO MA NON BASTA. LACRIME E RIMPIANTI
L’Inter vince a Como, ma non è abbastanza per la squadra di Simone Inzaghi per effettuare il sorpasso al Napoli di Antonio Conte all’ultima curva di questo campionato. I nerazzurri vincono per 0-2 in casa dei lariani grazie ai gol di Stefan De Vrij e Joaquin Correa, ma si devono accontentare del secondo posto finale in virtù della contemporanea vittoria dei partenopei, campioni d’Italia per la quarta volta nella loro storia, contro il Cagliari per 2-0.
Il Napoli scuce così lo scudetto dalla maglia dei nerazzurri e festeggia il tricolore grazie ad un solo punto di vantaggio, in una corsa scudetto all’ultimo respiro. Un flashback per i nerazzurri di quanto accaduto 3 anni fa: allora, sempre all’ultima giornata, fu il Milan a fare festa vincendo la sua partita in casa del Sassuolo e rendendo vano il successo dell’Inter a San Siro contro la Sampdoria. Non c’è però tempo per l’Inter di rimpiangere i troppi punti lasciati lungo la strada: nell’appuntamento più atteso di tutti, la finale di Champions League a Monaco di Baviera contro il Psg, la vittoria cancellerebbe l’amarezza e la delusione del Sinigaglia, regalando allo stesso Inzaghi un posto nella storia dell’Inter come allenatore, insieme a Helenio Herrera e Roberto Mancini, con più titoli vinti.
Il Como di Cesc Fabregas, premiato come tecnico del mese di maggio nel pre-gara, ha provato a dare fastidio ai nerazzurri, ma si è dovuto arrendere giocando tutto il secondo tempo con un uomo in meno, dopo l’espulsione di Pepe Reina, all’ultima gara in carriera e applaudito da tutto lo stadio nel momento della sua uscita dal campo. I lariani chiudono così il loro campionato con una sconfitta dopo otto risultati utili consecutivi e un decimo posto a quota 49 punti che fa guardare al futuro con estrema fiducia. Appare chiaro fin dalle prime battute il piano gara dell’Inter, che parte con il piede sull’acceleratore per provare a passare subito in vantaggio e mettere ulteriore pressione a distanza al Napoli. La prima palla gol viene costruita dopo neanche tre minuti di gioco, con la partita che si sblocca sugli sviluppi di palla inattiva al 21’: Hakan Calhanoglu pesca in area di rigore la testa di De Vrij che con un potente colpo di testa firma il gol dello 0-1. Trovata la rete del sorpasso, l’Inter abbassa il suo baricentro preferendo la soluzione in contropiede, concedendo più campo al Como che guadagna così fiducia dopo un difficile inizio e comincia a farsi vedere con più costanza nella metà campo nerazzurra.
L’episodio che cambia la gara arriva, proprio su un ribaltamento del fronte offensivo, nel primo minuto di recupero: Mehdi Taremi lanciato a rete viene toccato in uscita da Reina. L’arbitro Davide Massa lascia correre ma, richiamato dal Var, estrae il cartellino rosso per il portiere spagnolo che chiude così la sua lunga carriera con un’espulsione. L’Inter rientra dagli spogliatoi consapevole del vantaggio del Napoli, ma forte anche dell’uomo in più impone di nuovo il suo ritmo alla gara. Un atteggiamento che vale l’immediato 0-2 realizzato da Correa, bravo a realizzare la rete al termine di un’azione personale in area di rigore.
Con il passare dei minuti e le notizie in arrivo da Napoli, il ritmo della gara del Sinigaglia si abbassa e Inzaghi (in tribuna per squalifica) comincia la girandola di cambi con un occhio all’appuntamento di Monaco della prossima settimana. Negli ultimi 20 minuti di gara non succede di fatto nulla, con l’Inter in completa amministrazione e con il Como che si rende pericoloso con Patrick Cutrone, che sciupa la possibilità di accorciare. I nerazzurri chiudono il loro campionato con l’abbraccio, a fine gara, dei tanti tifosi presenti al Sinigaglia: tra una settimana la grande occasione per cancellare i rimpianti e dare un sapore diverso non solo alla stagione, ma alla storia dell’Inter.
L’ALBO D’ORO
Il Napoli conquista il quarto scudetto della sua storia e succede all’Inter, riprendendosi il titolo che aveva fatto suo nel 2023. Nell’albo d’oro la Juventus domina con 36 scudetti vinti, seguita dall’Inter a 20 e dal Milan a 19; poi più indietro Genoa (9), Torino, Pro Vercelli e Bologna (7), Napoli (4) e Roma (3), Fiorentina e Lazio (2), Cagliari, Casale, Sampdoria e Verona (1).
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