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Yoga, benessere in dodici posizioni

Al Bryant Park di New York in centinaia si ritrovano per praticare yoga. A pochi passi dalla centralissima Times Square di Manhattan, si srotolano i tappetini e poi via, si inizia con il saluto al sole per poi dedicarsi a figure complesse. Gambe in aria, triangoli con le braccia, torsioni e posizione del guerriero.
Una grande pratica collettiva, respiro e meditazione che sprigionano energia allo stato puro. Non si tratta solo di yogini provetti ma anche di chi si accosta alla disciplina nata in India, durante l’estate ogni martedì mattina e giovedì sera può trovare uno spazio nell’oasi di pace in un angolo della Grande Mela.
Del resto, negli Stati Uniti e in tutto il mondo anglosassone lo yoga è sempre più diffuso come disciplina di vita. È un complesso e immenso corpus teorico-pratico che comprende filosofia, cosmogonia, psicologia, mistica fino allo studio dettagliato degli stati di coscienza insieme ai mezzi e alle condizioni per realizzarli, un processo spirituale evolutivo senza essere legato a nessuna religione specifica. Non solo sportiva, altrimenti sarebbe sufficiente fare normale attività fisica, magari pilates.
Così apprezzata da entrare a pieno titolo nei costumi occidentali grazie alle pellicole hollywoodiane. In molte pellicole ci sono spezzoni di protagonisti che praticano la disciplina proprio nei parchi. Fra queste, la commedia divertente del 2015, «The Intern» (Lo stagista inaspettato) con Robert De Niro e Anne Hathaway dove la prima scena è ambientata a New York mentre il protagonista pratica yoga.
Da anni anche in Italia si moltiplicano le scuole e i master con i guru indiani per affinare la disciplina. E a Milano si è appena celebrato lo Yoga Festival al parco Sempione. sarà come New York. Dal 21 al 23 giugno al Parco Sempione, in occasione della Giornata Internazionale dello Yoga.
Quando si parla di yoga, si apre un mondo di pratiche differenti. In principio c’era lo yoga classico, quello che per primo è approdato nel mondo occidentale, il Raja yoga. Attraverso i diversi asana, ossia le posizioni, permette di raggiungere una più elevata consapevolezza del proprio corpo. Il Raya yoga è anche lo yoga dei Pranayama (esercizi che aiutano a controllare la respirazione), di Yama e Niyama: le indicazioni sul comportamento etico da mantenere nella vita.
La sempre maggiore richiesta di metodi di rilassamento coordinati a esercizi fisici a basso impatto, ha portato allo sviluppo di pratiche yoga moderne. Sono numerosissime. Fra i primi c’è l’Anusara, nato negli Usa nel 1997. L’Anusara yoga ha come precetto fondamentale la bontà insita in ogni uomo, non prevede una sequenza specifica delle posizioni, cosa che avviene invece nello Bikram yoga, un’altra pratica recente. Il Bikram prevede ventisei posizioni da eseguire sempre nella stessa sequenza, per raggiungere una condizione migliore rispetto a quella di partenza.
Negli anni Settanta è nato l’Ashtanga yoga, molto dinamico e intenso, che coinvolge il respiro con differenti serie di posture. C’è poi il Vinyasa yoga nato per combattere lo stress: le posizioni sono più difficili e i movimenti sono sincronizzati al respiro e per questo motivo una lezione di Vinyasa sembra quasi una lezione di danza.
Un tipo di yoga che punta più sull’aspetto spirituale è il Kundalini Yoga: si concentra sulla visualizzazione dell’interiorità, per stimolare l’allungamento della colonna vertebrale, i punti d’energia (chakra) e il sistema nervoso.
Infine, uno dei più popolari è lo Jivamukti yoga: si tratta di uno dei nove metodi di Hatha yoga ufficialmente riconosciuti al mondo, fondato negli anni Ottanta da Sharon Gannon e David Life, in seguito ai loro studi insieme a grandi maestri indiani. È diventato famoso per essere il metodo scelto da tante celebrity, da Michael Franti a Lenny Kravitz, che frequentano con regolarità il famoso centro situato a Union Square a New York.
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