IN STREAMING
Zero Day: la prima volta di De Niro (in una serie)
Un thriller politico con una produzione ambiziosa. I primi sei episodi su Netflix dal 20 febbraio

La cospirazione è un must di cinema e serie da tempo, ma quella raccontata da Zero Day pare addirittura ancora più insidiosa, sottotraccia, totale. Robert De Niro, qui attore oltre che produttore, si prepara a vestire il suo primo ruolo sul piccolo schermo per Netflix, la piattaforma dove i sei episodi da un’ora ciascuno debuttano oggi, giovedì 20 febbraio.
La serie, diretta Noah Oppenheim, si svolge in un’America contemporanea e parallela (ma forse non troppo) minacciata da una terribile escalation terroristica. Un cyberattacco hacker ribattezzato proprio Zero Day ha infatti colpito i sistemi elettrici di treni, aerei e infrastrutture, causando la morte di più di 3mila persone nel paese. E l’attentatore sta meditando nuove scioccanti azioni, tanto da aver fatto comparire sugli schermi dei cellulari di molti statunitensi l’avviso di aspettarsi il peggio. In questa situazione caotica, la presidente Evelyn Mitchell richiama dalla pensione il suo predecessore George Mullen, un arcigno quanto meditabondo De Niro, con l’ordine di coordinare una squadra di indagine speciale incaricata di stanare i colpevoli. Questo significa arresti senza mandato, interrogatori al limite della tortura e una tensione sociale crescente fomentata dal conduttore di talk show di destra, nonché detrattore di Mullen, Evan Green.
Un thriller politico, dunque, in cui però la componente psicologica dovrebbe giocare un ruolo tutt’altro che indifferente. La produzione è a dir poco ambiziosa. Lo prova una lettura anche soltanto parziale del cast, per lo più composto da volti hollywoodiani più che noti al grande pubblico. Oltre ad Angela Bassett e Dan Stevens, rispettivamente nei ruoli dei già citati Mitchell e Green, a fianco di De Niro troviamo Lizzy Caplan, che interpreta la figlia dell’ex presidente, Alexandra, e Joan Allen, sua madre Sheila, importante giudice. Si continua con Jesse Plemons nei panni di Roger Carlson, assistente di Mullen ai tempi della presidenza, Matthew Modine in quelli del presidente della Camera degli Stati Uniti Richard Dreyer, e Connie Britton, che copre il ruolo di Valerie Whiteshell, capo dello staff presidenziale di Mullen e sua vecchia amante. In un mondo in cui non è più lecito fidarsi di nessuno, ci sarà spazio, com’è di prassi, per gli immancabili intrighi di potere.
La star interpreta un ex presidente incaricato di cercare la verità
Si narrano
le conseguenze di un tragico attacco informatico
© Riproduzione Riservata