LA DENUNCIA DEL SINDACATO
Agente della Penitenziaria aggredito in carcere a Busto Arsizio
Il poliziotto è stato colpito con un pugno al volto da un detenuto
Ancora violenza nei confronti degli agenti della Penitenziaria. Nella mattinata di oggi, martedì 19 novembre, nel carcere di Busto Arsizio si è registrata l’«aggressione ad un poliziotto penitenziario - ha annunciato Alfonso Greco, segretario del Sappe per la Lombardia -. Un detenuto magrebino, chiesta una somministrazione farmacologica fuori dall'orario previsto, informato dal poliziotto in servizio in sezione che doveva attendere l'arrivo dell'infermiera, dal cancello della propria cella scagliava un pugno al volto del poliziotto. Oramai non c’è più rispetto dell’istituzione che rappresentiamo».
Il sindacalista evidenzia che «il personale di polizia penitenziaria è esausto e attende quanto prima che questa situazione possa essere sanata senza dover ogni giorno sperare di non tornare a casa con lesioni o altro. Un plauso al personale della Polizia Penitenziaria di Busto Arsizio che, ancora una volta con grande professionalità ha evitato che la situazione degenerasse, riportando l’ordine e la sicurezza all’interno dell’Istituto di pena».
Commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe: «Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni - è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti». Per l’esponente del sindacato, «ci sono troppi detenuti che presentano problemi psichiatrici. Questa una delle gravi problematiche che al momento interessa le carceri italiane, e purtroppo non risparmia neanche Busto Arsizio».
È così che anche a Busto «gli agenti della Polizia Penitenziaria, pur non avendo le competenze necessarie, sono chiamati a gestire queste persone con le più svariate problematiche mentali».
© Riproduzione Riservata