L’OMAGGIO
Cardano al Campo, undici anni nel ricordo di Laura Prati
Nel palazzo comunale la commemorazione del sindaco ucciso
Erano le 9.45 del 2 luglio del 2013 quando sette colpi di pistola cambiarono tutto. E oggi, 2 luglio 2024, a undici anni di distanza davanti all’ingresso del palazzo comunale (che porta il suo nome) si ricorda l’allora sindaca Laura Prati e l’agguato che ha portato alla sua tragica scomparsa ed al ferimento del suo vice Costantino Iametti. Ed in tanti, sindaci, amici ma anche esponenti dell’amministrazione comunale e del consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze hanno voluto prendere parte alla commemorazione. «Voglio ricordare la Laura che ho conosciuto nel 2007 quando entrambi eravamo nella Giunta Mario Aspesi, lei sedeva davanti a me in sala Giunta e ci scambiavamo le occhiate tipiche dei compagni di banco in relazione a come andavano le discussioni in corso», ricorda il sindaco Lorenzo Aspesi.
Il ricordo
«Voglio ricordare questa donna che ci ha creato 16 anni fa e che è morta per la sua correttezza morale e per il suo amore per la legalità e la giustizia ” afferma la presidente del Consiglio comunale dei ragazzi, Greta Mariotto (scuola secondaria di primo grado Maria Montessori) - Una donna che ha dato voce a quello che noi siamo oggi, che ha pensato a noi giovani perché potessimo avere un organismo che ci rappresentasse e ci permettesse di mettere in pratica la democrazia e la parità di genere».
L’agguato
Il 2 luglio del 2013 infatti, l’ex agente di polizia locale di Cardano al Campo Giuseppe Pegoraro entrò nel palazzo comunale e, come se niente fosse, superò i cardanesi che erano in coda agli sportelli, imboccò le scale e si dirsse nell’ufficio della sindaca per punire quella persona che, a suo dire, aveva commesso un torto nei suoi confronti. Pegoraro infatti, era appena stato sospeso dal servizio a seguito di una condanna che lui riteneva immeritata e per questo decise di vendicarsi contro chi l’aveva lasciato senza lavoro. Arrivato davanti all’ufficio di Laura Prati, Pegoraro estrasse la sua pistola esparò 7 colpi: 4 colpirono la sindaca (ferita all’avambraccio e all’addome) e 3 l’allora vicesindaco Costantino Iametti (raggiunto di striscio alla testa, all’addome e alla gamba).
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