LE REAZIONI
Crisi Beko, i sindacati annunciano la mobilitazione. Il Pd accusa il governo
L’esecutivo ribadisce l’impegno a tutela dell’occupazione. I dem parlano di «mattanza sociale»
Dopo l’annuncio di Beko Europe della volontà di chiudere due linee produttive rispetto alle cinque attuali del comparto del freddo allo stabilimento di Cassinetta di Biandronno, numerose le reazioni politiche.
SINDACATI: «MOBILITAZIONE IN TUTTI GLI STABILIMENTI»
Di fronte al piano presentato da Beko Europe al tavolo di oggi al Mimit, «il Governo deve esercitare subito quella golden power che nei mesi scorsi si è vantato di avere inserito a protezione dei lavoratori nella fase di cessione di Whirlpool Emea a Beko e che non si comprende bene che funzione abbia in termini di deterrenza contro i licenziamenti. Ora è il momento di passare ai fatti, per scongiurare un piano socialmente brutale e il tentativo di saccheggio industriale operato da Beko», così in una nota congiunta i sindacati Fim, Fiom, Uilm, Uglm nazionali che inoltre dichiarano «immediatamente lo stato di mobilitazione in tutti gli stabilimenti». Oggi Beko, si spiega, «ha presentato un piano industriale brutale, che prevede chiusure e licenziamenti. La multinazionale turca ha difatti dichiarato la chiusura delle fabbriche di Comunanza, di Siena, il ridimensionamento della fabbrica di Cassinetta, della chiusura della ricerca e sviluppo di Fabriano e più in generale tagli in tutti i siti e gli uffici italiani per un totale di 1.935 esuberi su 4.440 occupati. Più in particolare il piano di Beko prevede le chiusure entro fine 2025 della fabbrica di congelatori di Siena e di quella di lavatrici di Comunanza, con la progressiva cessazione delle produzioni. A Cassinetta il piano prevede solo 3 linee produttive sulle attuali 5 di frigoriferi con 541 esuberi. A Melano gli esuberi sarebbero 66, a Siena 290, a Comunanza 320, a Carinaro 40, inoltre 198 sono nella ricerca e sviluppo, 98 nel commerciale Italia, 19 nel commerciale Medio Oriente e Africa, 363 nelle funzioni regionali».
«Di fatto si prefigura un percorso di uscita di Beko dall’Italia di cui oggi abbiamo visto il primo step», commentano poi in una nota congiunta Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore elettrodomestico e Alberto Larghi, coordinatore nazionale elettrodomestico per la Fiom-Cgil. «In Italia rimangono quindi solo la linea del cooking, inclusa la ricerca e sviluppo e il global industrial design, oltre al centro di ricambi situato a Carinaro (Caserta)». L’azienda, affermano «ritiri nell’immediato i licenziamenti, non siamo altrimenti disponibili a proseguire il confronto». «Da domani in tutti gli stabilimenti è proclamato lo stato di agitazione, con forme di mobilitazione da decidersi a livello territoriale».
«Oggi doveva essere annunciato un piano industriale per iniziare a rilanciare il settore e i siti italiani con nuovi prodotti e investimenti, invece è stato comunicato un piano di dismissione», che vede fermamente contraria l’Ugl che non accetta «imposizioni di Beko, si va a creare un clima di disperazione occupazionale», così il segretario nazionale dell’Ugl metalmeccanici Antonio Spera unitamente a Francesco Armandi, coordinatore Uglm Whirlpool e Fabio Capolongo della segreteria Ugl di Ascoli, presenti all’incontro. «Annunciati investimenti per 110 mln di euro - affermano -, ma chiudono gli stabilimenti che trascinerebbero in esubero strutturale oltre 2.000 lavoratori vedendo la chiusura di due stabilimenti storici, Comunanza e Siena». Ugl parla di «una crisi annunciata che arriva dopo 12 anni di cassa integrazione tra ex Whirlpool e Beko Europe che non possiamo accettare».
ALBANO: «GOVERNO RIBADISCE IMPEGNO A TUTELA DELL’OCCUPAZIONE»
«Il governo ha espresso oggi il proprio più fermo dissenso nei confronti del piano industriale presentato da Beko Europe. La decisione di chiudere stabilimenti italiani, tra cui quello di Comunanza, in provincia di Ascoli Piceno, è inaccettabile», così il sottosegretario all’Economia e finanze e deputato marchigiano di Fratelli d’Italia Lucia Albano. «L’esecutivo - continua - è determinato a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, compresa la golden power, per proteggere i lavoratori e le attività produttive della Nazione, una posizione sostenuta anche dal presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. L’azienda deve riconsiderare le proprie decisioni. L’obiettivo del Governo è tutelare l’occupazione e garantire la continuità produttiva degli stabilimenti, in particolare nelle aree interne e in un territorio ferito dal sisma», conclude.
GALIMBERTI: «PIANO INACCETTABILE»
«Il piano presentato oggi dalla Beko è inaccettabile. Il ridimensionamento di Cassinetta è una mannaia su lavoratori, lavoratrici e per l’intero territorio di Varese. Il Governo faccia rispettare lo strumento della golden power per bloccare il piano di chiusure e ridimensionamenti. Così da tornare ad un tavolo di trattative e stabilire un piano di rilancio e non di chiusure», ha commentato il sindaco di Varese, Davide Galimberti.
PD: «MATTANZA SOCIALE CON GOVERNO IRRILEVANTE»
«La posizione di Beko, pronta a chiudere stabilimenti in Italia ed a licenziare quasi 2000 persone è inaccettabile. Siamo a fianco dei lavoratori e sosterremo ogni iniziativa utile per scongiurare questa mattanza sociale, decisa unilateralmente della proprietà e con un governo irrilevante e sottomesso», così in una nota congiunta i parlamentari Pd Emiliano Fossi, Arturo Scotto, Marco Sarracino, Silvio Franceschelli, Marco Simiani e Laura Boldrini sull’annuncio che vede i siti produttivi di Siena e Comunanza (Ascoli Piceno) chiusi entro il 2025 e quello di Cassinetta fortemente ridimensionato. «In questi mesi con numerosi atti parlamentari - aggiungono - abbiamo sollecitato il governo e il ministro Urso ad attivarsi concretamente, ricevendo solo rassicurazioni vaghe su un possibile utilizzo della “golden share” a oggi mai attivata e un ottimismo completamente fuori luogo. Lunedì prossimo il segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi sarà a Siena per incontrare sindacati e lavoratori e per valutare le azioni utili a salvaguardare la continuità produttiva ed occupazionale dello stabilimento».
PD SENATO: «SU BEKO GOVERNO IRRESPONSABILE»
«Avevamo invocato responsabilità e invece il Governo sulla vicenda Beko Europe ha scelto di sottrarsi all’esercizio del suo potere di esecutivo, dimostrando così tutta l’incapacità di difendere posti di lavoro e il sistema produttivo manifatturiero italiano che, giorno dopo giorno, perde pezzi identitari che hanno fatto grande il nostro Paese. E l’assenza del ministro Urso al tavolo convocato con l’azienda, in cui si decideva il futuro di migliaia di lavoratrici e lavoratori, ne è la dimostrazione più evidente», lo sottolinea in una nota il gruppo del Pd al Senato, al termine del tavolo ministeriale. «Dal Governo, a differenza di quanto avvenuto e delle rassicurazioni di circostanza - dicono i senatori del Pd - ci saremmo aspettati una posizione netta e chiara nei confronti dell’azienda, oltre all’esercizio della golden power per scongiurare la riduzione dei livelli occupazionali e i conseguenti licenziamenti, cosa che doveva essere già essere fatta assumendo le giuste garanzie all’atto del passaggio da Whirpool Arcelik ed oggi Beko Europe. Quanto accaduto oggi, con l’annuncio di 1.935 esuberi e la chiusura di due siti industriali, rappresenta una ferita gravissima per il Paese rispetto alla quale - concludono i senatori dem - chiameremo il Ministro a riferire al più presto in Parlamento».
NARDELLA (PD): «GOVERNO RESPONSABILE DI QUESTA SITUAZIONE»
«Il piano della Beko di chiudere vari stabilimenti in Italia, tra cui la fabbrica di Siena, è un fatto gravissimo e inaccettabile. Il governo non ha concluso niente e anzi ha la grave responsabilità di aver trascinato la situazione fino a questo punto. Non possiamo tollerare che quasi 2000 lavoratori, tra cui i 300 di Siena, perdano il lavoro». È quanto dichiara in una nota l’europarlamentare del Partito democratico Dario Nardella. «Per quanto mi riguarda contatterò i vertici europei del gruppo industriale per manifestare tutta la nostra contrarietà a questa operazione e offrire piena collaborazione anche a livello europeo per individuare soluzioni che garantiscano la continuità occupazionale anche con ipotesi di reindustrializzazione del sito toscano o altri sbocchi lavorativi per i dipendenti del gruppo stesso».
REGIONE TOSCANA: «PRONTI A GOLDEN POWER CON GOVERNO»
«Quello che è stata presentato al governo e ai sindacati nella riunione di oggi a Roma non è un progetto industriale», Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, commenta così l’esito dell’incontro che si è tenuto al Mimit tra Beko Europe, organizzazioni sindacali e governo. «Avrebbe dovuto segnare il percorso concordato tra le parti al tavolo per evitare licenziamenti e chiusure - osserva -. Siamo con il governo nell’agire la golden power per scongiurare questi esiti e anzi per mettere in campo una proposta di rilancio dei siti ex Whirpool a cominciare dallo stabilimento di viale Toselli a Siena. Come Regione confermiamo il piano sulla formazione e la disponibilità a ragionare di un progetto senza licenziamenti e di rilancio del sito».
MICHELOTTI (FDI): «STRATEGIA AZIENDA IRRICEVIBILE»
«Siamo dalla parte dei lavoratori. La notizia della volontà della proprietà di chiudere anche lo stabilimento Beko a Siena è irricevibile e duramente oggi è stato ribadito, in seguito al tavolo, dal sottosegretario al Mimit Fausta Bergamotto, che ha comunque annunciato che il governo eserciterà ogni azione possibile contro la chiusura. Continueremo a portare avanti un percorso, insieme con il governo, che abbia come obiettivo non solo la garanzia occupazionale per l’intera forza lavoro, ma che porti ad un rilancio industriale del sito di Siena», lo scrive, in una nota, il deputato senese e vice coordinatore regionale toscano di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti. «Nel tempo abbiamo lavorato, silenziosamente e senza proclami, con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, per costringere l’azienda a sedersi al tavolo delle trattative, e ci siamo impegnati in ogni possibile tentativo per scongiurare la chiusura e tutelare i lavoratori. Continueremo a farlo. Di certo, non li lasceremo soli ed è necessario, più che mai oggi, un impegno comune e condiviso per trovare soluzioni alternative alla strategia proposta da Beko Europe». Da Michelotti anche un invito all’unità: «Non è il momento delle divisioni, né delle polemiche strumentali. Auspico che il Comune di Siena, la Provincia, la Regione Toscana e il governo lavorino insieme per assicurare un futuro ai lavoratori. Noi ci siamo, per il bene dei lavoratori ai quali saremo al fianco. Chi oggi attacca l’esecutivo, speculando su questo tema, non merita contraddittorio».
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