«HABEMUS PAPAM»
Papa Prevost: «La pace sia con voi»
I cardinali riuniti in Conclave hanno deciso il nuovo pontefice. È Robert Francis Prevost, 69 anni, di Chicago
Il boato dei fedeli in speranzosa attesa in piazza e le campane a festa della basilica di San Pietro hanno accompagnato la fumata bianca. Alle 18:08 di oggi, giovedì 8 maggio, è arrivato l’annuncio dell’elezione del 267° papa della Chiesa Cattolica. Sono servite quattro votazioni ai cardinali riuniti in Conclave per trovare il nome del successore di papa Francesco al soglio di Pietro: lo statunitense Robert Francis Prevost, 69 anni. Il cardinale protodiacono, Dominique Mamberti, si è affacciato alle 19:12 dalla loggia delle benedizioni della basilica per l’Habemus Papam.
«LA PACE SIA CON VOI»
Pace: è questa la parola che il nuovo papa pronuncia più volte davanti a 150mila fedeli corsi a Piazza San Pietro. È stata una elezione rapida la sua: due giorni e quattro scrutini, uno in meno rispetto allo scorso conclave, quello in cui era stato eletto Bergoglio. Il suo nome aveva cominciato nei giorni scorsi a circolare tra i papabili e risultava sempre più in crescita. Uomo di Curia, a capo dal 2023 del delicato dicastero dei vescovi, ma con un passato da missionario in Perù. E lui, nato a Chicago, pensa subito alla sua diocesi sudamericana e lascia, nel corso del saluto, la lingua italiana per pronunciare alcune parole anche in spagnolo. Prevost è il primo Papa nordamericano e anche il primo Papa agostiniano della storia.
In Piazza San Pietro la festa è grande, tante le bandiere e le bande musicali, a giorni sarà il loro Giubileo, anche se forse il suo nome è sconosciuto ai più. Ma le sue prime parole scaldano i cuori. Parla della pace nel mondo, di dialogo, della necessità di costruire ponti. Ma sottolinea anche la necessità di una Chiesa che sia sempre «vicina a coloro che soffrono». Un vero e proprio discorso programmatico molto in linea con quanto seminato da Francesco, anche nel riferimento alla necessità di continuare sulla via sinodale. È figlio di quella Chiesa americana più vicina a Bergoglio anche se con un profilo più moderato. Riprende però anche qualcosa dell’eredità di Ratzinger, come il ritorno ad una veste papale più tradizionale con la mozzetta rossa che era stata archiviata dodici anni fa.
Il suo faro è Leone XIII, il Pontefice della Rerum Novarum, la prima enciclica sociale della storia della Chiesa. Era il 1891 ed è da lì che i cattolici hanno cominciato a parlare della dottrina sociale, dell’attenzione ai più deboli anche con un loro impegno fattivo nella società, nel mondo del lavoro e nella politica. Prevost si affaccia alla Loggia delle Benedizioni e appare emozionato, sembra fare fatica a ricacciare indietro le lacrime. Saluta con la mano i fedeli e quindi sceglie di leggere un testo preparato, come non era mai accaduto in precedenza. Carattere schivo, ha lavorato in Curia dietro le quinte, senza troppa esposizione mediatica. Non risultano neanche suoi libri, almeno nel periodo recente. La sua storia è un crogiolo di culture mescolate: il padre con origini francesi ed italiane, la madre spagnole e poi la sua vita tra i due continenti americani.
Alla fine i cardinali hanno mantenuto fede alle prime dichiarazioni, quelle di un conclave breve. Il porporato entrato da favorito, Pietro Parolin, è accanto a lui sorridente. Grande anche la gioia degli altri cardinali elettori, sui balconi vicini. Nonostante i tanti retroscena, le interviste, le dichiarazioni, a volte contrastanti gli uni con gli altri, hanno dato un segno di unità in un conclave nel quale non era semplice, perché così affollato, 133 cardinali, e variegato con cardinali arrivati da ogni angolo del mondo.
Prevost cita Papa Francesco, Sant'Agostino, il Perù, la Chiesa di Roma, della quale da oggi è il vescovo, ma rivolge anche messaggi dai toni molto pastorali con riferimento a Cristo Risorto: «Dio ama tutti incondizionatamente» e «il male non prevarrà». Come tutti i suoi predecessori parte con una impronta mariana. Ricorda che proprio oggi è la festa della Madonna di Pompei e una Ave Maria e la sua prima preghiera da Papa. La dedica alla «pace nel mondo».
CHI È IL NUOVO PAPA
Robert Francis Prevost è il primo Papa americano. Curiosa figura di "yankee latinoamericano", è un agostiniano ed è stato molto vicino a Bergoglio. Già dal 2023 prefetto del Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. Nello stesso anno ha ricevuto la porpora. Nato a Chicago da una famiglia di origine francese, si è laureato in Diritto canonico. Dall’85 al 1999 è stato missionario in Perù. Tornato a Chicago, nel 2001 è diventato priore dell’Ordine di Sant'Agostino, carica che ha tenuto fino al 2013. In quell'anno è tornato in Perù, come vescovo di Ciclayo. Bergoglio lo ha chiamato a Roma nel 2023.
Prevost, che parla correntemente spagnolo, portoghese, italiano e francese, in Perù aveva dimostrato una particolare attenzione agli emarginati e ai migranti, molto apprezzata da Francesco, il quale lo ha nominato Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. Nel suo ruolo ha nominato centinaia di prelati, forgiando una generazione di religiosi "bergoglian", aperti e progressisti. Prevost si è guadagnato fama di cardinale schivo ed equilibrato. Nel 2023 ha gestito insieme al segretario di stato Parolin la grana del Cammino sinodale tedesco: un dibattito interno alle diocesi germaniche che stava diventando troppo innovatore, e rischiava di provocare uno scisma. Lo scorso 6 febbraio, Francesco lo ha promosso all’Ordine dei Vescovi, assegnandogli il Titolo della Chiesa Suburbicaria di Albano. È stato finora membro dei dicasteri per l’Evangelizzazione (sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari), per la Dottrina della Fede (Chiese Orientali), per il Clero, per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, per la Cultura e l’Educazione e per i Testi legislativi. È stato inoltre membro della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Prevost ha riportato il percorso nell’ortodossia, ma senza traumi.
DALLA FUMATA BIANCA ALL’ANNUNCIO
Questa mattina, poco prima delle 12, dal comignolo della Cappella Sistina era uscito fumo nero. Nel pomeriggio, al quarto scrutinio, è avvenuta l’elezione. Dopo aver accettato l’incarico il nuovo papa è diventato da subito anche il nuovo vescovo di Roma, con «piena e suprema potestà sulla Chiesa Universale», ha spiegato alla Prealpina il varesino Dario Delcuratolo, studioso di storia e di Vaticano. La tradizionale fumata bianca è stata accompagnata dai rintocchi delle campane «per non lasciare adito ad altre interpretazioni». Il Papa, a questo punto, è stato «condotto nella cosiddetta Stanza delle Lacrime, dove si trovano tre abiti bianchi in tre diverse misure che saranno adattati alla corporatura del neoeletto – spiega –. Con veste bianca, fascia, croce e zucchetto, rientrerà nella Cappella Sistina per ricevere l’atto di ossequio da parte del collegio cardinalizio e in seguito, dopo l’Habemus Papam da parte del cardinale protodiacono, si mostrerà ai fedeli assiepati in piazza San Pietro dove impartirà la prima Benedizione Apostolica Urbi et Orbi».
ELETTO IN DUE GIORNI
Dal 1900 in poi sono stati cinque i papi eletti al secondo giorno di conclave: prima di questo è toccato a Pio XII, Giovanni Paolo I, Benedetto XVI e Francesco. A ridosso del secondo conflitto mondiale si tenne il conclave più breve del secolo scorso: bastarono tre scrutini in due giorni ad Eugenio Pacelli per salire al soglio pontificio con il nome di Pio XII, il 2 marzo del 1939. Albino Luciani raggiunse il quorum in due giorni e quattro scrutini diventando papa il 26 agosto del 1978 con il nome di Giovanni Paolo I. Anche Joseph Ratzinger, primo Papa del terzo millennio con il nome di Benedetto XVI, fu eletto in due giorni e quattro scrutini, il 19 aprile del 2005. A Jorge Mario Bergoglio sono stati sufficienti cinque scrutini e due giorni il 13 marzo 2013.
“Habemus Papam”, 13 pagine dedicate all’elezione di Leone XIV sulla Prealpina di venerdì 9 maggio, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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