FILM FESTIVAL
Il BAff 2024 parte da Ratataplan
Inaugurato a Busto Arsizio con la pellicola del 1979 di Maurizio Nichetti. Il direttore artistico Sangiorgio: «Uno degli esordi più folgoranti della storia del cinema italiano»
Maurizio Nichetti è arrivato al Teatro Sociale Delia Cajelli a bordo dell’auto nera firmata BA Film Festival, è sceso salutando a braccia alzate ed è entrato in teatro con quella camminata che tanto ricorda l’ingegnere Colombo, protagonista di Ratataplan. Ed è proprio la storia dell’ingegnere milanese a essere raccontata nella pellicola del 1979 che ha inaugurato ufficialmente il Busto Arsizio Film Festival 2024, nella sua edizione restaurata. Quel Ratataplan costato solo 100 milioni del vecchio conio, girato in super 16, che ha restituito molto al cinema come dimostra l’affetto con cui, 45 anni dopo il suo esordio, è stato accolto dal pubblico del Baff.
RATATAPLAN
«Sono molto felice di cominciare il festival con Ratataplan di Maurizio Nichetti – ha commentato il direttore artistico Giulio Sangiorgio –. È uno degli esordi più folgoranti della storia del cinema italiano, un film immediatamente accolto come un grandissimo successo e che segna il passaggio di un’epoca, dal dagli anni 70 agli anni 80. È la scoperta di un talento che proponeva in quegli anni un cinema che non faceva più nessuno: un cinema comico basato sulla fisicità. Nichetti poi dà alla sua comicità una dimensione politica e nostalgica, le sue cadute e i suoi problemi sono qualcosa di esistenziale, che ha a che fare con la filosofia: qualcosa di molto semplice all’apparenza che ci dice le difficoltà di stare al mondo, narrato con un linguaggio cinematografico».
«Oggi si ride poco – ha sottolineato Maurizio Nichetti durante il talk condotto dal direttore artistico del festival –. Abbiamo perso l’ironia, la commedia, il saper guardare la realtà con un occhio non necessariamente critico, ma disincantato».
Nella stessa giornata in cui Maurizio Nichetti raccontava la pellicola restaurata, a Varese prima e a Gallarate poi, Germano Lanzoni presentava il suo “Ricomincio da Taaac” e viene spontaneo paragonare l’ing. Colombo di Nichetti con il rider di Lanzoni: due personaggi buttati fuori dal sistema produttivo che hanno trovato un modo per reinventarsi. Se Colombo doveva attraversare la città portando in modo funambolico un vassoio con la bottiglia d’acqua, non va meglio al rider che rischia la vita a ogni incrocio, ma nella visione speculare delle due storie viene da chiedersi se sia davvero passato quasi mezzo secolo. A chiederselo dovrebbe essere il mondo produttivo e lavorativo, così deciso nel far fuori l’ingegnere di Nichetti, reo di aver colorato troppo il suo progetto e l’imbruttito che si trova senza casa e lavoro. A 45 anni di distanza il lavoro, la precarietà e la critica all’isterismo economico sono ancora temi che legano il tragicomico racconto della quotianità. Da dove ricominciare? Forse proprio dalla capacità di sorridere dei guai che Nichetti e Lanzoni insegnano.
IL BAFF 2024
La comicità sarà uno dei fili rossi di questa edizione del BAff che, partendo dal sorriso poetico di Nichetti, arriverà alla roboante dialettica di Maurizio Lastrico (lunedì 30, ore 21 Cinema Lux) all’esilarante Lillo (2 ottobre, ore 21 Cinema Manzoni). Il programma del BAFF prosegue domenica 29 settembre alle 15.00 a Palazzo Cicogna con “Sul più bello” e l’incontro con Roberto Proia e Ludovica Francesconi. Alle 15.30 si terrà l’evento speciale “Astrid’s Saints” e l’incontro con Mariano Baino e Coralina Cataldi Tassoni con la proiezione di Dark Waters di Mariano Baino al Cinema Fratello Sole. Per Baff in libreria premio Morando “Il sogno del cinema. La mia vita, un film alla volta” con l’incontro con gli autori Dante Spinotti e Nicola Lucchi. A seguire la proiezione di Manhunter di Michael Mann
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