OCCUPAZIONE
La dura ricerca dei talenti e la sfida parte dalle scuole
Risolvere il divario tra le competenze richieste dal mercato e quelle fornite dal sistema formativo. Solo il 20% degli studenti degli istituti tecnici svolge stage o attività pratiche in azienda
La Lombardia è la prima regione italiana per numero di imprese: con oltre 815mila attività registrate nel 2023, il territorio genera quasi un quarto del Pil nazionale. Tuttavia, tra le sfide principali c’è il divario tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle fornite dal sistema scolastico. Il mondo delle imprese chiede professionalità sempre più specializzate, soprattutto nei settori tecnologico e manifatturiero, ma le scuole e le università non sempre riescono a rispondere a queste esigenze.
I DATI
Secondo Unioncamere Lombardia, oltre il 40% delle aziende lombarde ha difficoltà a trovare profili adatti alle proprie esigenze, soprattutto in ambiti come l’informatica, l’ingegneria e la manutenzione industriale. Questo gap ha un impatto economico notevole: il costo delle inefficienze generate dal mismatch di competenze viene stimato in 3 miliardi di euro all’anno solo in Lombardia. Che fare? È necessario creare un’alleanza scuola-imprese, un sistema duale che combina teoria e pratica sul campo. In Lombardia, programmi simili sono ancora poco diffusi: solo il 20% degli studenti degli istituti tecnici svolge stage o attività pratiche in azienda. Questo dato è in netto contrasto con Paesi come la Germania, dove oltre il 60% degli studenti del tecnico segue un percorso di formazione duale. La Regione Lombardia ha cercato di colmare il gap attraverso investimenti mirati: nel 2022 ha stanziato 50 milioni di euro per il programma di “Formazione continua” destinato alle imprese, con l’obiettivo di riqualificare circa 30mila lavoratori. Tuttavia, si tratta di un intervento che, pur essendo significativo, non è sufficiente ad affrontare le esigenze di un mercato in continua evoluzione. Ma se l’economia lombarda vuole davvero competere a livello globale, serve un cambio di passo. È necessario un sistema di formazione che dialoghi con le imprese, anticipando le tendenze del mercato e adattandosi alle sue esigenze. I numeri parlano chiaro: senza un aumento della collaborazione tra scuole e aziende, il rischio è quello di vedere un’intera generazione di giovani poco preparata e un sistema economico incapace di innovare. Guardando al territorio di Varese, la Liuc e l’Università dell’Insubria hanno certamente avviato progetti interessanti, soprattutto per quanto riguarda la collaborazione con le imprese. Nel 2023, oltre 120 aziende della provincia hanno siglato accordi con l’Insubria per progetti di ricerca congiunti e tirocini formativi, e la Liuc ha visto un aumento del 15% delle iscrizioni ai corsi di laurea in Ingegneria Gestionale e Economia Aziendale, segno che l’appeal del territorio sulle nuove generazioni rimane forte.
COLLABORAZIONE
Ma la formazione non può essere solo responsabilità delle scuole e delle università: anche le imprese devono fare la loro parte, investendo in percorsi di aggiornamento e riqualificazione del personale. Tuttavia, i numeri mostrano una realtà ancora insufficiente. Nel Varesotto, solo il 25% delle Pmi ha avviato programmi di formazione interna nel 2023, un dato che si allinea con la media nazionale, ma che non è abbastanza per affrontare le sfide dell’economia moderna. Le aziende lamentano costi troppo elevati per la formazione e spesso non riescono a trovare i fondi necessari per formare adeguatamente il personale. Eppure, gli strumenti ci sarebbero. La Regione Lombardia ha stanziato nel 2023 oltre 15 milioni di euro per finanziare progetti di formazione in collaborazione tra scuole, università e imprese. Ma i fondi rimangono in gran parte inutilizzati: solo il 35% delle Pmi ha fatto richiesta di questi finanziamenti.
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