VARESE SUMMER FESTIVAL
La fisica che ci piace: tutti in classe. Ai Giardini
In tanti allo spettacolo del professor Vincenzo Schettini
Un palcoscenico trasformato in laboratorio in stile Emmet Brown, alias Doc di Ritorno al Futuro con – fra l’altro - un improbabile mappamondo montato dietro il sellino d’una bicicletta. E appena sotto il palco milleduecento allievi: tanti, tantissimi i giovani, bambini e ragazzi, ma anche i loro genitori eppoi i colleghi del professor Vincenzo Schettini. Al Summer Festival, dopo il cinema che s’è fatto musica con Russell Crowe, la poesia di Fiorella Mannoia e la frizzante comicità di Pucci, la sera di oggi, mercoledì 17 luglio, il professor Schettini s’è preso il quarto d’ora accademico ed è entrato sul palco e ha cominciato la sua lezione, partendo dall’appello. Poi ha formato la sua classe: cinque studenti. Lorenzo, seconda media, promessa del canottaggio, Pasquale, ingegnere, Giulia, problem solver, Ilaria, studentessa di terza superiore in Informatica e Maria, educatrice della scuola dell’infanzia. Prima lezione: forze ed equilibrio. Si parte dalla misurabilità della forza e dal lancio di aeroplanini passato in un colpo da atto d’insubordinazione scolastica a pretesto di studio delle forze.Si passa a moti e dinamica, con la prospettiva un tantino inquietante, per Maria, della simulazione della “caduta libera”. Da qui alla definizione di forza e alla sua interazione con la volontà, il primo consiglio: è l’unica forza che dipende da noi. Ragazzi, ragazze, dateci dentro perché mettercela tutta è la forza che fa marciare i sogni. Passaggio canoro – e qui emerge il talento del violinista e Maestro del Wanted Chorus, che anni fa si esibì proprio a Varese – col pubblico che canta «Stringimi forte che la caduta libera non è infinita, i migliori moti della nostra vita». Ma v’immaginate una lezione così? No? Sarà che una lezione di fisica, con tanto d’interrogazioni, al 17 luglio è insolita però c’è chi prende appunti e chi rimpiange di non avere avuto un prof così. Questione di energia. E infatti è questo il terzo argomento della serata. Quello centrale. Quello che riguarda la sua trafsormazione, risorsa per il futuro.
Il messaggio ambientalista è chiaro: no, non c’è la pretesa che questo sia l’unico modo d’insegnare ma che possa funzionare, almeno per gli elementi rudimentali della fisica - quelli che Schettini vorrebbe s’insegnassero già ai bambini fino alla quinta elementare attraverso il gioco e dunque la sperimentazione – è indiscutibile. Basta poco al Prof per lanciare due appelli dal peso specifico enorme. Uno per i ragazzi: non abbattetevi per i voti negativi, perché servono per allenarsi alla vita e voi, nella vostra vita, sarete artigiani della scienza e sarete chiamati a trovare una soluzione alla fame di energia. Quella fame che oggi ci rende schiavi di pochi potentati e che provoca guerre. E un’altra agli insegnanti: la scuola soffre di tante problemi ma non dobbiamo mai smettere di cercare il talento dei nostri ragazzi (applausi, ndr). Sul palco sale Melissa, giovanissima e parte la lezione sulle onde. E si finisce sull’intonazione delle corde vocali. Ancora un’ora e ai Giardini Estensi potrebbe nascere il coro più numeroso della storia. O meglio della fisica. Il pubblico alza la mano, partecipa, suggerisce. In due parole: fa classe. Obiettivo raggiunto. La fisica che ci piace è proprio questa.
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