VENEZIA
Lo Stato paga in ritardo, 50 miliardi di debiti ai fornitori
(ANSA) - VENEZIA, 22 GIU - Tra acquisti, consumi, forniture,
manutenzioni, formazione del personale e spese energetiche, nel
2023 lo Stato ha sostenuto un costo complessivo di 122 miliardi
di euro, ma ancora una volta non è riuscito a onorare tutti gli
impegni economici presi con i propri fornitori. L'Ufficio studi
della Cgia di Mestre (Venezia) sottolinea infatti che i debiti
commerciali della nostra Pubblica Amministrazione ammontano a
circa 50 miliardi di euro, un importo che è lo stesso da almeno
5 anni, a danno soprattutto delle piccole imprese.
Tra le amministrazioni pubbliche più "lumaca" vi sono i
Comuni, in particolar modo quelli del Mezzogiorno, con la
situazione più critica a Napoli dove i fornitori sono stati
pagati con 143 giorni di ritardo. Seguono Andria con 89,5
giorni, Chieti (61,8), Reggio Calabria (54,8). In controtendenza
invece Palermo che nel 2023, ha liquidato i propri partner
commerciali con 65,5 giorni di anticipo; nessun altro comune
capoluogo ha fatto meglio. Al Centronord il quadro generale è
positivo; vanno male Imperia (22,11 giorni di ritardo), Viterbo
(19) e Alessandria (14,98); le città più virtuose sono Padova,
Grosseto e Pordenone con un anticipo del saldo di oltre 21
giorni. Tra le Regioni, male Molise (145,9 giorni di ritardo),
Abruzzo (32) e Basilicata (13,66); le altre registrano
performance buone.
Per quano riguarda le Aziende ospedaliere, il quadro generale
è migliorato; nel Mezzogiorno, comunque, le situazioni più
critiche sono l'Asp di Catanzaro con 64,5 giorni di ritardo,
l'Asl Napoli 3 Sud (27,78), l'Asl di Foggia (27) e l'ASL Napoli
2 Nord con (15,42).
Anche i ministeri faticano a rispettare le disposizioni di
legge in materia di tempi di pagamento: l'anno scorso nove
ministeri su 15 hanno liquidato i propri fornitori in ritardo,
"maglia nera" il Turismo con un ritardo di 39,72 giorni; seguono
l'Interno (33,52), Università e Ricerca (32,89) e Salute
(13,60). Il più virtuoso il ministero dell'Agricoltura,
Sovranità alimentare e Foreste, che ha pagato con un anticipo di
17 giorni. (ANSA).
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