ONLINE
La musica liquida che diverte i giovani

Una web app in grado di estrapolare gli accordi di una canzone da un qualsiasi formato MP3. L’idea, semplice ma efficace, è alla base di Yalp, l’applicazione lanciata nel 2016 dalla Veos Digital di Milano e ideata da Simone Geravini, Mattia Bergomi e Vincenzo Picariello.
Un gruppo di lavoro formato da musicisti, informatici e matematici brianzoli, i cui diversi interessi hanno avuto un ruolo essenziale nella messa a punto dell’intelligenza artificiale, come spiega Geravini: «Un giorno Mattia mi disse di aver trovato il modo di trascrivere l’armonia di un brano musicale a partire da un file audio. Da ragazzino studiavo musica e ricordo la fatica con cui cercavo di trascrivere gli accordi a orecchio: allora mi balenò l’idea di progettare una app che li individuasse a partire da una qualsiasi canzone già registrata. Passammo quindi alla tecnologia: creammo una versione beta, una prova di concetto per verificare che il servizio funzionasse, e in seguito raccogliemmo i capitali, investendoli sia negli algoritmi sia nelle esperienze di supporto».
Basta che l’abbonato carichi sul sito Yalp.io il brano in formato MP3 perché possa conoscerne gli accordi in pochi minuti. Ma la mossa cruciale degli ideatori è stata integrare i video di YouTube all’applicazione, permettendo al fruitore di accedere a un catalogo pressoché sterminato e in continuo aggiornamento. In pochi anni Yalp ha così raggiunto un milione e mezzo di visualizzazioni giornaliere e 200mila utenti registrati in tutto il mondo, grazie a un orientamento inclusivo e un pacchetto di proposte variegato: «Fin dal principio il target ha voluto essere ampio, in modo tale che l’app potesse essere usata sia dal principiante che vuole imparare a suonare sia dal professionista che deve ripassare i brani del proprio repertorio – prosegue Geravini –. Bisognava puntare sull’e-learning, perché ormai Internet è pieno di tutorial dove imparare di tutto e il suo carattere capillare può essere sfruttato anche per creare cultura. Abbiamo ideato allora una serie di micro-lezioni e di ulteriori contenuti didattici per gli abbonati premium, diversificando i percorsi. Inoltre, abbiamo introdotto qualche mese fa una funzionalità per separare le varie tracce strumentali di una canzone, sempre per fini di studio. In questo modo, per esempio, il chitarrista che deve imparare un brano può togliere la traccia di chitarra dalla registrazione ed esercitarsi sopra».
In un periodo storico in cui l’ascoltatore è sempre più attratto dal mercato della musica liquida e le critiche sulla spersonalizzazione della ricezione musicale sono all’ordine del giorno, Yalp è un’app che incentiva gli aspetti più umani del fare musica. Geravini ne è certo: «La prima a cercare di conferire un valore di fruizione alla tecnologia MP3 è stata la Apple di Steve Jobs, venendo incontro al problema della pirateria. Noi abbiamo seguito quest’onda: il 90% della musica di oggi si trova su YouTube e integrandola nel nostro servizio abbiamo aggiunto il valore della trascrizione musicale a un concetto di musica liquida, che viene così sottoposto a una rivalutazione sociale ed economica. Con Yalp il musicista impara un brano per suonarlo insieme a qualcun altro: l’intelligenza artificiale agevola dunque un rapporto umano».
Il team della Veos è già all’opera per un progetto futuro, commissionato dalla Sony: una tecnologia che replichi i caratteri di scrittura compositiva di un autore per ricreare composizioni ex novo nel suo stile. L’augurio è che possa presto ottenere lo stesso successo di Yalp.
© Riproduzione Riservata