OLTRE - NATURA
Alla scoperta dei borghi e dei sentieri naturali nel Varesotto

Anche nel sud del Varesotto si possono trovare delle oasi di pace che si sono mantenute intatte nonostante l’avanzamento dei capannoni industriali tipici di questa zona. Nei dintorni di Vergiate, per esempio, per chi preferisce le camminate con lievi dislivelli, c’è un anello percorribile in quattro ore, che ha come protagonista il Monte San Giacomo. Monte è forse un parolone, visto che si eleva fino a 427 metri sul livello del mare, ma esso rappresenta ugualmente il punto più elevato del Parco del Ticino, presentando anche tracce storiche dall’età del ferro al medioevo. Ma soprattutto questi luoghi offrono ai visitatori, una volta che si uscirà dalla zona arancione, la natura al suo meglio: l’area, infatti, è ricoperta di boschi di pini silvestri, castagni, farnie e robinie, oltre a una ricca fauna composta da allocchi, scoiattoli e salamandre, che si riproducono in un contesto zampillante di corsi d’acqua. Al monte San Giacomo si accede da un complesso di scalinate in pietra realizzate all’inizio del secolo, quando sulla vetta si trovava la storica osteria Eden San Giacomo, oggi rudere parzialmente restaurato, che costituiva una delle mete preferite della villeggiatura milanese e varesina dell’epoca. Lungo il percorso si trovano anche altre tracce della storia di questi luoghi: terrazzamenti e le mura delle civiltà preistoriche che si svilupparono ai piedi delle Prealpi varesina, una cappella medioevale dedicata a Santa Valeria, e che collega San Giacomo al Bosco delle Capre a Vergiate, a Corgeno, a Varano Borghi e alla Palude Brabbia.
Il tragitto inizia dal Bosco di Capra di Vergiate che merita un breve approfondimento: si trova alle pendici del monte Vigano ed è, per tradizione, il luogo delle feste campestri estive. Qui, partendo dalla necessità di adeguare le strutture dell’area alle recenti normative, il Comune di Vergiate, aderì all’iniziativa «Costruire in Bambù» nel 2003 e vi realizzò un padiglione in bambù di circa 500 metri quadrati. La struttura è oggetto di studio da parte della comunità scientifica internazionale, perché è la prima a uso pubblico costruita in Europa con questo materiale, che è considerato una delle risorse naturali più importanti per un futuro sostenibile. Il bambù ha infatti una serie di vantaggi che coniugano economicità e poco consumo di risorse naturali.
Tornando all’itinerario vergiatese, dal Bosco di Capra si raggiunge il Percorso ginnico N. 1 e si risale il sentiero, all’inizio ripido e via via più pianeggiante.
Dopo circa 3 chilometri si incrocia un quadrivio alla Selletta di Cuirone, lo si supera e si risale nel bosco giungendo quasi alla vetta del Monte San Giacomo, che si raggiunge deviando a destra. Ritornati al bivio, si tiene la destra e si scende nel bosco su una mulattiera, sino a un’altra deviazione, dove si svolta a sinistra. Si prosegue verso nord fino a un sentiero che sbocca su una strada sterrata che si percorre fino alla prima curva. Poi si prosegue diritti su un sentiero che scende in pendenza nel bosco, quindi si raggiungono dei prati nei pressi del comune di Boffalora.
Scendendo sempre a destra si guadagna la strada asfaltata, dove si svolta a destra e si attraversa Boffalora e la ferrovia con un sottopasso. Mentre, subito dopo la ferrovia si gira a destra e si imbocca una sterrata che costeggia il Monte San Giacomo e porta a Cuirone. Quest’ultimo si tratta di un borgo ben conservato nelle colline moreniche del Parco del Ticino, caratterizzato da case rurali ristrutturate e cascine in pietra, spesso fiancheggiate da orti e giardini. Ora il tragitto gira a sinistra, raggiungendo via San Giacomo. A questo punto si volta a destra e poco dopo a sinistra su una sterrata che porta al Sentiero ornitologico. Si risale il sentiero (segnato in rosso) sino al quadrivio in cima alla collina, per poi girare a sinistra e ritornare al punto di partenza.
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