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Brescia, classicità e glamour

Raccontare l’antico con gli occhi del contemporaneo. Gli spazi architettonici della Brescia romana in questi mesi sono popolati di opere dell’artista internazionale (originario di Brescia) Francesco Vezzoli, che mettono in dialogo l’immaginario di oggi con raffinati rimandi storico artistici. Vezzoli utilizza frammenti di statue antiche (acquistate all’asta e poi rimodellate) o ispirate all’antichità, mescola alto e basso, l’austera solennità della tradizione classica e cultura pop. Inserisce le sue sculture in un percorso site specific, scegliendo i luoghi più significativi della Brescia romana, tra il parco archeologico e il museo di Santa Giulia, favorendo il dialogo con le vestigia romane e longobarde della città, nell’intento di rileggere il patrimonio storico alla luce della contemporaneità.
Ai piedi della scalinata che conduce al pronao esastilo del tempio Capitolino, la riproduzione in cemento della Nike di Samotracia del Louvre domina la scena dall’alto di un piedistallo optical, con una metafisica testa dorata alla De Chirico.
Questa Vittoria “nuova” dialoga con la Vittoria alata, uno dei simboli della Brescia romana, recuperata in modo fortuito durate una campagna di scavi nel luglio del 1826. Interamente in bronzo e restituita alla città lo scorso novembre dopo due anni di restauro da parte dell’Opificio delle pietre dure di Firenze, risplende ora nel Capitolium con un allestimento progettato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg (si veda il box).
Nella cella occidentale del Capitolium, il grande tempio che dominava la piazza principale, accanto alle teste di Minerva e Sileno, si è ipnotizzati dallo Sguardo di Adriano, testa romana in marmo del II secolo d. C., con gli occhi dipinti che sembrano accendersi di nuova vita. Nell’aula centrale è collocata Achille!, un busto settecentesco dell’eroe greco rielaborato dall’artista ispirandosi all’iconico ritratto della top model Twiggy. Un dialogo tra neoclassicismo e immaginario “fashion” contemporaneo.
Al centro del teatro romano, costruito all’epoca di Settimio Severo sfruttando il pendio naturale del colle Cidneo e capace di ospitare fino a 15mila spettatori, di trova il ritratto dorato di Sophia Loren come Musa dell’Antichità, coniugato all’estetica metafisica di Giorgio de Chirico.
All’interno del percorso espositivo del Museo di Santa Giulia, ma senza soluzione di continuità rispetto alle vestigia della Brescia romana, ci sono le straordinarie Domus dell’Ortaglia. Parte di un quartiere romano residenziale, situato sui terrazzamenti del colle Cidneo, si trattava di ambienti di abitazione e rappresentanza, con modernissimi sistemi di riscaldamento, mosaici e affreschi secondo modelli decorativi analoghi a quelli di Roma e Pompei, affacciati sui viridaria e gli orti verso le mura. In questo contesto di straordinario interesse, Vezzoli ha collocato la statua in bronzo Portrait of Kim Kardashian (Ante Litteram) su un plinto cilindrico posto di fronte al mosaico a scacchiera della Domus delle fontane. L’opera riproduce il corpo in bronzo della celebre Venere di Willendorf del periodo paleolitico, a cui è stata aggiunta una testa marmorea romana del III secolo d.C., corredata dell’iconica lacrima, tipica dell’artista.
Infine, nella chiesa di San Salvatore, la scultura C-CUT Homo ab homine natus, costituita da una scultura da giardino del XX secolo, nel cui mantello dorato è incastonata una testa in marmo originale di epoca romana, dialoga con colonne di recupero, capitelli romani e bizantini lavorati a traforo, stucchi di età longobarda e vestigia antiche della chiesa, in una continua commistione tra passato e contemporaneità.
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