TRIBUNALE
Le urla e le coltellate: l’agghiacciante video dell’aggressione a Lavina
Oggi udienza in Corte d’Assise a Varese: proiettato il filmato dell’aggressione da parte di Marco Manfrinati all’ex moglie e del tentativo di investire il suocero

Una donna che cammina, un uomo che scende da un'auto e la rincorre. Lei scappa, urla disperata, chiede aiuto e cade a terra. E a quel punto lui comincia ad accoltellarla. Una raffica di colpi al viso. Fino a quando arrivano tre persone che, con bastoni e mazze da golf, riescono ad allontanare l'aggressore. Il quale sale sulla macchina, colpita da numerose mazzate, riparte ma poi torna indietro e cerca di investire uno dei tre. Infine i protagonisti escono dal campo visivo della telecamera.
LA PROIEZIONE
È iniziata con la proiezione dell'agghiacciante video dell'aggressione l'udienza di oggi del processo, in Corte d'assise a Varese, a Marco Manfrinati, il quarantunenne ex avvocato accusato di aver ammazzato a coltellate il suocero Fabio Limido e di aver tentato di uccidere l’ex moglie Lavinia Limido il 6 maggio 2024 in via Menotti, a Casbeno. L’imputato, che da qualche settimana ha cambiato difensore (ora è assistito da Elio Giannangeli, penalista del foro di Milano), non era in aula quando è stato mostrato il filmato delle telecamere di sorveglianza della ditta della famiglia Limido. Una testimone ha poi raccontato di aver assistito al momento in cui Manfrinati, ammanettato dai poliziotti, insulta l'ex suocera: «Hai visto cosa ho fatto a tuo marito e a tua figlia? È quello che succede quando si toglie un figlio al padre».
OMICIDIO VOLONTARIO E TENTATO OMICIDIO AGGRAVATO
Il dibattimento - al quale non sono ammessi fotografi e cineoperatori - è cominciato lo scorso 9 maggio nell’aula bunker del tribunale di Varese.
Manfrinati, in carcere dal giorno del delitto, è imputato di omicidio volontario e tentato omicidio aggravato. Tra le aggravanti contestate c'è anche quella di aver commesso i fatti contro le persone offese dal reato di stalking, per i quali è stato recentemente condannato a quasi quattro anni e mezzo di reclusione (aggravante a causa della quale rischia la condanna all'ergastolo). Nella prossima udienza, l’11 settembre, verranno ascoltate le due parti offese: l’ex moglie dell’imputato e la madre di lei, Marta Criscuolo.
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