SUL CONFINE
Padre e figlio “frontalieri” della cannabis
Importavano prodotti e derivati dalla Svizzera transitando dai valichi di notte e all’alba. Indagine della Guardia di Finanza di Como

L’indagine è stata condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Como e ha riguardato un del traffico di sostanze stupefacenti che passava dai valichi di confine di Crociale dei Mulini e Maslianico, nel Comasco. Si tratta di dogane che, dal Comasco ma anche per i frontalieri del Saronnese e dell’Alto Milanese, immettono su Mendrisio.
DI NOTTE E ALL’ALBA
Ebbene, dalle indagini è emersa, secondo gli inquirenti, un’attività di importazione illecita di ingenti quantitativi di cannabis e derivati dalla Svizzera.
Le successive verifiche effettuate attraverso i sistemi di videosorveglianza hanno mostrato diversi transiti anomali dalle dogane da parte di due indagati - padre e figlio di nazionalità italiana -, soprattutto in orari notturni ed alle prime luci dell’alba.
IL METODO STAFFETTA
Ecco la ricostruzione dei fatti. Per eludere i controlli delle forze dell’ordine, padre e figlio, dal loro ingresso fino al luogo di destinazione dei relativi carichi, attuavano il metodo della cosiddetta staffetta, ovvero percorrendo il tragitto a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro in modo da permettere al primo veicolo di effettuare la “bonifica” del percorso e verificare l’eventuale presenza di posti di controllo.
L’assenza di documentazione di trasporto e l’incongruenza delle dichiarazioni fornite sia sul luogo di origine che di destinazione finale della merce ha insospettito i finanzieri. È stata così ricostruito l’illecita filiera. In particolare, la merce, una volta importata sul territorio nazionale, veniva spedita attraverso ignare società di logistica a centinaia di clienti finali (in alcuni casi attività commerciali) del Nord Italia di altri Paesi (Repubblica Ceca, Ungheria e Austria). Complessivamente, nel corso delle indagini sono stati denunciati a piede libero padre e figlio con l’accusa di traffico illecito di stupefacenti e sequestrati quasi 410 kg di infiorescenze, oli e resine derivati dalla cannabis e panetti di hashish, di cui oltre 280 chili, a seguito di analisi chimico-tossicologiche, sono risultati con principio attivo di Thc oltre al valore consentito (0,5%).
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