CENTRO GEOFISICO PREALPINO
Quando il cielo dà spettacolo
Ottobrata e aurora boreale: si vede ogni 11 anni
Facciamo viaggi da esploratori al Polo Nord e poi ammiriamo l’aurora boreale da casa nostra, a Bobbiate, Cocquio Trevisago, Sesto Calende o Arona. Moltissimi varesini e piemontesi l’altra notte hanno ammirato lo spettacolo del cielo con le tipiche striature rossastre visibili nei Paesi nordici ma molto rare alle nostre latitudini. Telefonate, scatti sul cellulare, video e tam tam sui social: il buio acceso dalle esplosioni solari ha scatenato la fantasia sia degli appassionati, sia dei semplici curiosi o passanti che magari non sapevano nemmeno della probabilità molto alta di assistere a questa tavolozza naturale.
Gli esperti del Centro geofisico prealpino, invece, ovviamente erano preparati: ecco una bellissima immagine scattata dalla telecamera “All Sky” (che prende tutto il cielo) dell’Osservatorio astronomico. «Un momento favorito da un’ottima visibilità e dal vento di favonio da nord - dice il meteorologo Paolo Valisa -. Purtroppo non tutti sono rimasti svegli fino all’1, quando c’è stato il picco rispetto alle 23. È possibile che nei prossimi mesi, fino a gennaio 2025, si possa di nuovo assistervi seppur in tono minore, guardando a nord. Altrimenti l’appuntamento sarà fra altri 11 anni».
Come mai si può calcolare con questa precisione? «Le aurore boreali sono visibili anche da noi nel punto massimo del ciclo solare, appunto in due momenti ogni 11 anni, come accaduto a maggio e ora - spiega lo scienziato -: in primavera c’erano molte nubi. Tutto accade quando le macchie e le esplosioni del Sole sono al livello estremo. Tutta questa energia, queste particelle che si liberano nello spazio impattano il campo magnetico della nostra atmosfera generando appunto quelle famose striature. Si tratta della fluorescenza generata dall’ossigeno che viene eccitato dagli atomi in arrivo dal Sole come il tubo di un neon. L’effetto è simile. A quote più alte il colore è rossastro, a quote inferiori più verdi: ecco perché noi abbiamo visto soprattutto le prime, visto che accade tutto al Polo e qui vediamo solo la parte più alta del cielo».
Intanto prosegue un altro “spettacolo”: l’ottobrata ampiamente annunciata per ieri, con temperature fino a 20 gradi e tanta voglia di togliere le giacche passeggiando. Una situazione che tornerà in parte domani, con qualche velatura in più e due gradi in meno, mentre oggi sarà coperto. Resta il caldo, «un tepore lievemente più alto della media stagionale per la seconda decade di ottobre, che di solito è di 16,5 gradi - conclude Valisa -. Si è alzato anche lo zero termico in montagna sopra i tremila metri».
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