ROMA
Rustichelli, dazi distorsivi, rafforzare il modello Ue

(ANSA) - ROMA, 15 APR - "Il sistema del commercio
internazionale, a lungo fondato sull'integrazione produttiva e
sul libero scambio, è oggi scosso dall'introduzione di un
pervasivo reticolo di dazi e di altre misure non tariffarie,
gravemente distorsivi del confronto concorrenziale tra imprese e
tra Paesi". Lo ha detto il presidente dell'Antitrust, Roberto
Rustichelli, nella Relazione annuale. "In un contesto di
relazioni commerciali tese, la tradizionale vocazione agli
scambi internazionali e la stretta integrazione nelle filiere
produttive globali rendono l'economia europea particolarmente
esposta alle fluttuazioni dei mercati e alle nuove spinte
protezionistiche. Per questo, la crescita nell'attuale scenario
è sempre più legata al rafforzamento del modello europeo di
sviluppo affinché, valorizzando pienamente il mercato unico, si
riducano le vulnerabilità strutturali e la dipendenza da fattori
esterni, colmando il divario di produttività e innovazione
rispetto ad altre economie".
Guardando all'Italia, il Garante ha invocato una riforma
regolamentare in direzione pro-concorrenziale, "che favorisca
l'imprenditorialità e la riallocazione delle risorse alle
attività più produttive". Anche perché "le liberalizzazioni nei
mercati dei servizi introdotte in Italia tra il 2005 e il 2019
hanno portato ad un aumento della produttività del lavoro
compreso tra i 3 e gli 8 punti percentuali" e che la riduzione
delle barriere regolamentari all'entrata nei mercati dei servizi
"è stata associata a una diminuzione dei prezzi pari al 6,5%".
Ma la promozione della concorrenza "non è funzionale soltanto
alla crescita economica. Come riconosciuto dalla Corte
Costituzionale, - ha aggiunto - esiste un legame profondo e
virtuoso tra la promozione del mercato concorrenziale e i
diritti dei cittadini. Il corretto funzionamento dei meccanismi
concorrenziali può dare, infatti, un contributo prezioso alla
tutela di alcuni diritti fondamentali che vanno oltre il
tradizionale perimetro del consumo di beni e servizi, per
attingere a sfere più ampie di partecipazione civile e sociale".
(ANSA).
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