L’ESPOSIZIONE
Schifano e Malabarba: arte e poesia
L’amicizia tra il collezionista e l’artista raccontata in 73 opere inedite. In mostra da BKV Fine Art anche tre tele emulsionate degli anni Settanta

Poco meno di un anno fa Paolo Bonacina, Edoardo Koelliker e Massimo Vecchia fondavano a Milano la galleria BKV Fine Art, con il desiderio di «colmare un vuoto presente nel sistema delle gallerie e del mercato dell’arte italiano attraverso esposizioni in dialogo costante tra opere di epoche e tipologie distanti tra loro, dall’archeologia fino alle esperienze contemporanee». Tratto distintivo della galleria è stata dunque, fin dalla sua apertura, «la feconda osmosi tra opere d’arte nei secoli diversi», con la proposta di accostamenti e confronti audaci «in un lungo viaggio che parte dall’archeologia romana e, attraverso l’arte italiana del secondo dopoguerra, giunge fino ai giorni nostri». Esemplare è stato il dialogo tra un magnifico ritratto del pittore fiammingo Anthony Van Dyck e una rara opera di Lucio Fontana. Dopo il recente omaggio al gallerista Giorgio Marconi recentemente scomparso, e lo spiazzante progetto autunnale sulle “teste mozze”, dal titolo Perdere la testa (ne abbiamo parlato su queste pagine), ora sono protagoniste le affinità elettive tra Mario Schifano (1934-98), e il collezionista-mecenate e poeta Gianni Malabarba (1921-90). Grazie alla curatela di Marco Meneguzzo e al raffinato allestimento di Andrea Isola, i tre piani del Palazzo di via Fontana a Milano risuonano degli appassionanti racconti di cui sono testimoni le 73 opere esposte, tutte completamente inedite, di proprietà della famiglia Malabarba in quanto acquistate dallo stesso poeta e molte delle quali esposte alla mostra personale di Schifano alla Pilotta di Parma nel 1974. Tra questi lavori, che comprendevano alcuni “monocromi” importanti, un gruppo notevole di disegni completava il nucleo dell’artista nella collezione Malabarba. Ma il legame tra Schifano e Malabarba non era semplicemente tra artista e collezionista, perché Malabarba inviò alcuni suoi componimenti a Schifano (alcuni espressamente dedicati) da cui l’artista ideò opere sulla falsariga dei suoi Paesaggi TV, in un rapporto col poeta-mecenate molto personale, quasi intimo, e per questo poco conosciuto e raramente indagato. Frutto di questo incontro sono in mostra tre tele emulsionate realizzate nella prima metà degli anni Settanta, direttamente ispirate alle poesie di Malabarba. «Questa mostra - afferma Meneguzzo - e il saggio in catalogo cercano di ovviare a questa piccola dimenticanza nella storia del collezionismo italiano e della biografia di Schifano, portando alla luce l’importanza di Malabarba e la sua unicità nel “modo” – oltre che nell’importanza – di collezionare arte contemporanea». Cuore della mostra sono le 64 opere su carta che ripercorrono l’intera carriera dell’artista, dal Futurismo rivisitato ai Paesaggi, dalle Buste ai Progetti, attraverso lo sguardo di poeta e collezionista di Malabarba. Sono presenti anche sei stampe fotografiche “autoritratti” del pittore che richiamano i grandi lavori rivolti alla figura umana. Il catalogo della mostra, in edizione limitata e numerata, è curato da Marco Meneguzzo, autore anche, con Monica Schifano, dei testi critici del Catalogo Ragionato dell’opera pittorica 1960-1969di Schifano, di prossima uscita.
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