STYLE
Le scarpe per rincorrere nonnno Tai

«Per vestirsi male non serve conoscere la moda, ma aiuta». È una delle frasi più celebri di Ottavio Missoni che rivoluzionò il mondo fashion. Ma il suo vero amore era lo sport. Era nato l’11 febbraio del 1921 a Ragusa, quando era ancora Regno di Jugoslavia per poi trasferirsi a Zara dove rimase fino al 1941.
La sua è stata una vita «da numero uno», prima nell’atletica leggera poi nella moda fino al 2013 quando è morto a Sumirago. Già nel 1935, a 14 anni, indossò la maglia azzurra nelle specialità dei 400 metri piani e dei 400 ostacoli, nella sua carriera conquistò 8 titoli nazionali. Nel 1939 fu campione mondiale studentesco. Al termine della Seconda guerra mondiale, dopo aver passato 4 anni di prigionia in Egitto, tornò in Italia trasferendosi a Trieste.
A 27 anni, partecipò alle Olimpiadi di Londra del 1948 classificandosi sesto nella finale dei 400 ostacoli. Gareggiò nelle gare master e vinse fino a ben oltre 80 anni, cimentandosi con il giavellotto. Appassionato di basket, tifava Milano anche per via dell’amicizia con Cesare Rubini. Guardando le stoffe variopinte delle popolazioni andine e africane, Tai amava dire «Ci sono popolazioni che da mille anni copiano Missoni».
Oggi l’azienda di famiglia ha raccolto il testimone dal capostipite e continua a portare nel mondo la sua filosofia. Colori accesi e un zigzag che mette le ali ai piedi per volare sulle piste di atletica.
L’alta moda si smarca dalle passerelle arriva nello sport con le scarpe running Adidas nell’edizione limitata Missoni.
Cosa unisce i due colossi in apparenza distanti? La fiamma sacra delle Olimpiadi. Perché per Ottavio Tai Missoni lo sport era una componente fondamentale della sua vita. E Adidas? Il marchio tedesco dello sport che si impose grazie alle Olimpiadi di Berlino del 1936 quando Jesse Owens indossò le scarpe dei due fratelli Dassler fondatori dell’azienda (si separarono dando vita ad Adidas e Puma). Owens conquistò la medaglia d’oro e il record ai cento metri piani in 10”2.
La famiglia Missoni ha sempre avuto e ha tutt’ora grande sensibilità nei confronti del mondo dello sport. Allo stesso tempo Adidas ha sempre strizzato l’occhio a tutto ciò che è fashion. Dalla fusione dei due colossi non poteva che nascere una scarpa dedicata ai runner in omaggio a Tai.
Angela Missoni, direttore creativo di Missoni, dichiara: «La storia di questa collaborazione è nata dalla consapevolezza del fatto che entrambi i fondatori delle nostre aziende possedevano eccezionali abilità artigianali e volevano spingersi sempre oltre i limiti imposti dal settore produttivo. Speriamo che gli amanti del running possano apprezzare i capi di questa collezione prima di tutto per la loro creatività e la loro qualità».
Una produzione italo tedesca che ha emozionato la maison di Sumirago, coinvolgendo anche i nipoti Missoni. Ottavio Missoni (junior) atleta per passione e impegnato nell’azienda, rimarca la volontà della maison di rendere omaggio al nonno: «Volevamo ricordarlo per il suo grande amore per lo sport e così abbiamo guardato a un’azienda che potesse avere una storia bella e importante, abbiamo guardato alle nostre radici. Abbiamo studiato la storia di Adidas trovando dei punti in comune. E poi volevamo un prodotto esclusivo, il resto è stato quasi naturale».
Le Olimpiadi sono quella magia sportiva che unisce Adidas e Missoni. «C’era fermento e grande attenzione in azienda per questo progetto dove, come ha rimarcato mia zia Angela, abbiamo compiuto un salto di qualità nello studio dei tessuti tecnici. L’esigenza era di creare un prodotto innovativo per parlare un altro linguaggio, oltre a quello dell’alta moda e delle passerelle».
L’alta moda ormai non ha confini, come spiega Ottavio: «Il lifestyle è tutto ciò che ci circonda, dalla casa all’abbigliamento sportivo, ovunque e qualsiasi cosa si faccia, è un atto di moda». Ora, i runners che macinano chilometri e hanno bisogno di calzature performanti possono anche permettersi di indossare anche scarpe bellissime, in una sorta di rito scaramantico pensando alla forza dei campioni olimpici che le hanno ispirate.
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