BATTUTO ALL’ASTA
Un Botticelli da 92 milioni

Un’asta al cardiopalma da Sotheby’s ha visto come protagonista la tela di Botticelli Ritratto di giovane con medaglione, venduta la scorsa settimana per 92,2 milioni di dollari, il prezzo più alto mai stabilito da un “Old Masters” presso la famosa casa d’aste. Un importo che rappresenta l’atto finale di un’operazione abilmente tessuta da Sotheby’s, iniziata sei mesi fa online con esposizioni ah hoc a Londra, Dubai, Los Angeles e New York. Il dipinto, che partiva da una valutazione di base di 80 milioni di dollari, ha visto lievitare il proprio valore in una decina di minuti, ed è stato acquistato telefonicamente da un magnate russo. Con questa vendita il valore economico dell’opera, appartenente alla Fondazione Solow Art, è aumentato di 61 volte dal 1982. «Nelle mia carriera professionale, non ho mai avuto niente di simile», ha commentato Chistopher Apostle, presidente della casa d’asta, definendo l’opera un «capolavoro che simboleggia ed incarna il Rinascimento a Firenze».
Si tratta di un record per la categoria “Old Masters“, secondo solo al controverso Salvator Mundi, attribuito a Leonardo da Vinci venduto nel 2017 da Christie’s per 450,3 milioni di dollari. Al terzo posto è invece Il massacro degli innocenti di Peter Paul Rubens, venduto nel 2002 da Sotheby’s per 76,5 milioni di dollari. Il record d’asta per un dipinto di Botticelli è stata invece nel 2013la Madonna Rockefeller, che partiva da una stima tra i 5 e i 7 milioni di dollari ed è stata battuta per 10,4 milioni di dollari.
Il ritratto di giovane era di proprietà del miliardario Sheldon Solow, uno dei più grandi costruttori di grattacieli di New York, morto lo scorso novembre a 92 anni. Solow lo aveva comprato una quarantina di anni fa come ritratto di Giovanni di Pierfrancesco de’ Medici per circa un milione di dollari. Recentemente lo ha donato alla sua fondazione privata, la Solow Art and Architecture Foundation, un escamotage legale che permetterà ai suoi eredi di sfuggire a una tassa salata sul capital gain, cioè sulla plusvalenza tra la cifra spesa per acquistare l’opera e quella ricavata dalla vendita.
Il ritratto, a lungo ritenuto della “scuola di Botticelli”, è stato definitivamente attributo a Filipepi (vero nome di Sandro Botticelli) nel 1987 da Richard Stapleford. Realizzato probabilmente nella maturità, fu portato in Inghilterra da Sir Thomas Wynn, primo barone di Newborough, che lo avrebbe acquisito in Toscana, dove visse dal 1782 al 1791. Nel 1941 fu venduto allo scienziato e collezionista britannico Sir Thomas Ralph Merton da Kenneth Clark, allora direttore della National Gallery di Londra, che lodò l’opera come «uno dei i più bei ritratti del XV secolo che abbia mai visto sul mercato».
Il giovane si offre come una presenza coinvolgente e senza tempo, in colloquio con l’osservatore. Il viso incarna gli ideali della bellezza rinascimentale e propone una serie infinita di espressioni, più o meno fugaci. Botticelli sceglie di mostrare l’effigiato di tre quarti, e il diaframma della cornice crea un effetto illusionistico cui concorrono il tondo, che sembra fuoriuscire dalla tela e due dita della mano sinistra che poggiano sul parapetto proiettandovi la loro ombra. Il mistero circa l’identità del personaggio rappresentato da Botticelli accresce il fascino del dipinto. Gli aspetti insoliti di questo ritratto, con il suo inventivo illusionismo, appartengono a una ritrattistica ritenuta al tempo costosa e appannaggio delle classi più abbienti. Tra i candidati proposti ci sono Giovanni di Pierfrancesco de’ Medici, il cugino di secondo grado di Lorenzo de’ Medici, o comunque un membro della famiglia fiorentina, tra i principali mecenati del maestro.
Una cifra da record per il ritratto venduto per 92,2 milioni di dollari
Il nuovo proprietario se
l’è aggiudicato stando al telefono
L’effigiato potrebbe essere un membro della famiglia de’ Medici
Un capolavoro
che simboleggia
e incarna
il Rinascimento
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