IL LUTTO
L’ultimo abbraccio a Raffaele Nurra: il dolore, la commozione, la dignità
Basilica di San Vittore stracolma, oggi pomeriggio, per il funerale dell’architetto varesino

C’era un silenzio pieno di emozione nella Basilica di San Vittore a Varese, gremita fino all’ultimo banco. Oggi pomeriggio, giovedì 13 marzo, l’eleganza della cerimonia funebre per Raffaele Nurra, celebrata da monsignor Gabriele Gioia, non stava nei fronzoli, ma nella sua autenticità: il calore dei familiari e degli amici, la commozione dei colleghi, la presenza discreta ma significativa di chi aveva condiviso con lui un tratto di strada. C’erano rappresentanti delle istituzioni.
L’AMATISSIMA FIGLIA E LA MAMMA IN PRIMA FILA
Ma, soprattutto, in chiesa c’erano la sua gente e l’amatissima figlia Michela. Non mancavano persone con la sciarpa dell’Inter al collo, un dettaglio che racconta l’amore di Nurra, morto a 62 anni, per i colori nerazzurri. La mamma Masina, novant’anni portati con forza e dignità, era in prima fila, con il dolore di chi perde un figlio, ma anche con la fierezza di aver cresciuto un uomo straordinario. Perché questo era Raffaele Nurra, architetto, appassionato di vita e di relazioni umane.
L’articolo completo sulla Prealpina in edicola domani, venerdì 14 marzo
© Riproduzione Riservata