LA PROTESTA
Varese, sciopero Anagrafe: scontro politico
Organico ridotto: presidio davanti a Palazzo Estense. Il sindaco: «Colpa dei tagli del Governo». Lombardia Ideale: «Galimberti tragicomico»

Il personale degli uffici demografici del Comune di Varese sciopera. Due ore di protesta questa mattina, martedì 11 febbraio, con presidio davanti a Palazzo Estense.. Il motivo? Organico ridotto e incombenze più gravose. Lo sciopero è stato convocato dai sindacati Rsu, Al.Cobas, Cgil, Cisl, Uil, Csa. «Fino ad ora è stato fatto il possibile per non creare disagi o disservizi all’utenza cercando di colmare un vuoto, sempre più ampio a partire dal 2023 ad oggi, che sta mettendo a dura prova il settore - spiegano dal sindacato -. Un organico ridotto di 9 unità per pensionamenti, cessazioni e trasferimenti a fronte di nuove e più gravose incombenze nel tempo assegnate agli Uffici a seguito dell’evoluzione normativa». Allo sciopero di questa mattina, dalle 8 alle 10 martedì 11 febbraio, prende parte il personale degli Uffici demografici (Anagrafe, stato civile e elettorale) del Comune di Varese.
IL SINDACO: «CONTINUI TAGLI AGLI ENTI LOCALI»
Anche il sindaco di Varese, Davide Galimberti e diversi componenti della Giunta questa mattina si sono uniti alla protesta dei lavoratori degli Uffici dei Servizi demografici che hanno aderito allo sciopero proclamato dalle sigle sindacali. «Con i continui tagli operati sulle risorse per gli enti locali – ha dichiarato il sindaco insieme alla Giunta comunale - i Comuni oggi si trovano a dover fronteggiare una situazione sempre più difficile e preoccupante sia in termini di possibilità di investimento nelle opere necessarie per i territori sia per quanto riguarda la gestione del personale. Condivido le preoccupazioni degli uffici demografici per la carenza di personale: anche a seguito degli incontri nei mesi scorsi con le sigle sindacali, è in corso il piano di organizzazione del personale che rafforza l'organico accogliendo alcune delle richieste avanzate. Ma è pur vero che con sempre meno risorse a disposizione, è difficile poter destinare maggiori investimenti per nuove assunzioni. E con gli ulteriori tagli previsti dalla nuova manovra finanziaria, il rischio concreto è che nell'arco di poco tempo tutti servizi si possano trovar di fronte alla necessità di un ridimensionamento forzato, affossando così i Comuni, che di fatto sono i primi enti di riferimento per i cittadini. Per questo chiediamo che il Governo non depotenzi gli enti locali, ma dia il supporto economico necessario per far si che questi possano garantire tutta l'efficienza dei servizi tutelando i propri lavoratori».
«SINDACO TRAGICOMICO»
Alle dichiarazioni del sindaco Galimberti, risponde Stefano Clerici, segretario varesino di Lombardia Ideale, già assessore comunale. «I dipendenti del Comune di Varese protestano per come sono ridotti male gli uffici dell’anagrafe (del Comune di Varese) e il sindaco (del Comune di Varese) esprime loro solidarietà. Sembra una barzelletta, ma purtroppo è la tragicomica realtà di un giorno qualsiasi dell’amministrazione Galimberti». «La nostra città è gestita in modo sconfortante e cialtronesco dalla giunta Pd su tutti i fronti - aggiunge Clerici -. Dalla sicurezza al decoro urbano, dai rifiuti alla viabilità, non c’è nulla che sia degno della storia di Varese, un tempo esempio di pulizia ed efficienza. Ora ci si accorge che non funzionano nemmeno gli uffici comunali, ma sindaco e assessori non trovano di meglio che buttarla in caciara, scaricando come al solito le responsabilità sull’odiato governo di centrodestra».
«Ancora una volta però Galimba e compagni prendono un grosso granchio: le carenze di organico non sono certo frutto di tagli nazionali inesistenti, almeno oggi. E’ vero piuttosto che le amministrazioni rosse hanno potuto beneficiare negli anni dell’allentamento del blocco delle assunzioni che invece era stato imposto dai governi di centrosinistra quando a guidare la città c’era Attilio Fontana. Allora la macchina comunale, con risorse ancora inferiori, funzionava bene, mentre oggi è un disastro. Nei giorni di Sanremo verrebbe da chiedersi: “Per colpa di chi?”. Il sindaco - conclude Clerici - si faccia una domanda, si dia una risposta e poi…».
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