PALAZZO PIRELLI
Verso l’immenso: le opere di Mario da Corgeno

A volte le premonizioni del destino si manifestano attraverso strutturati insiemi di segni arrivando a concretizzarsi in figurazioni oggettivamente compiute.
LA VITA DELL’ARTISTA
Tali trame si rivelarono in Mario da Corgeno sin dai banchi delle elementari palesando una naturale predisposizione al disegno. Il sostegno dell’insegnante e della famiglia lo portarono, più avanti, a trasferirsi a Milano dove, sotto la guida di Adriano Gajani, raffinerà le tecniche del disegno e della pittura. Sarà lo stesso Gajani a segnalare le doti del giovane allievo all’amico Pietro Annigoni. Tale ulteriore opportunità permetterà al giovane Mario di approfondire gli studi strutturando, in modo compiuto, la propria creatività unita alla conoscenza dei distinti mezzi espressivi. Giunto al bivio se seguire il Maestro Annigoni in contesti espositivi nazionali ed europei, in Mario prevarrà l’intenso legame con la sua terra natale e come concreta testimonianza di tale appartenenza , accosterà il suo nome a quello del luogo di nascita.
L’ARTE DI MARIO DA CORGENO
A designare le coordinate spazio-tempo dell’arte di Mario da Corgeno concorre la personale “Verso l’immenso” in corso a Palazzo Pirelli composta da sculture in marmo, bronzi e disegni dove si arriva a comprendere come tali opere siano la naturale conseguenza di quelle trame tracciate in giovane età quale proiezione del proprio destino. Come volessero dare stasi ad un moto perpetuo, i disegni con i loro turbinii, definiscono l’attimo estremo in cui la tensione, se andasse oltre, arriverebbe a manifestare disordine.
UN ALTO TENORE ESPRESSIVO
Ma lì, l’artista si ferma definendo all’insieme un alto tenore espressivo e conferendo a quei segni e a quelle spazialità le intime vibrazioni presenti nei soggetti raffigurati con toni sfumati gli uni sugli altri, senza confini precisi, con tracce segniche che si sovrappongono creando moti generativi atti ad alimentarsi vicendevolmente.
LA SCULTURA
Anche nel momento in cui Mario da Corgeno affronta la scultura, liberando la materia attorno alla forma, tende all’assoluto compimento dell’idea iniziale, vengono a rivelarsi due forze: l’una immanente nella materia, l’altra trascendente e tesa a sostenere l’inafferrabilità dell’assenza, ma dove si percepisce la costante tentazione tattile, sempre presente nell’artista, quale elemento di misura sia affettivo sia di verifica di quanto compiuto sino a quel momento. Sovente è l’aspetto formale di un’opera a rivelare il conflitto interiore dell’autore, dove le vibrazioni delle forme, che in alcuni casi si staccano dall’aspetto figurativo arrivando all’astrazione, paiono palesare come l’istinto del cuore venga governato dalla ragione.
L’INVITO DELL’ARTISTA
L’invito espresso nel titolo della mostra, appare come una affermazione di intenti che Mario da Corgeno pone a se stesso e al contempo risulta un indicatore “verso” il quale i visitatori sono invitati a misurare la propria percettività, senza limiti di spazio, di tempo e di immaginazione. Le opere dell’artista varesino sono esposte da venerdì 13 a sabato 21 gennaio al 26esimo piano di Palazzo Pirelli a Milano.
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