ROMA
Volano i prezzi della carta igienica, in 3 anni +44%
(ANSA) - ROMA, 26 MAG - Uno dei prodotti più utilizzati, la
carta igienica, ha subito in Italia un sensibile rincaro, con i
prezzi al dettaglio che, negli ultimi 3 anni, sono saliti in
media del +44%.
Lo afferma il Centro di formazione e ricerca sui consumi
(Crc) che ha elaborato i dati pubblicati sull'osservatorio
Mimit, mettendo a confronto i prezzi attuali con quelli in
vigore nel 2021.
Una confezione da 4 rotoli costava in media in Italia 1,74
euro nel 2021, mentre oggi, per la stessa confezione, si
spendono mediamente 2,51 euro, con un aumento esattamente del
+44,2%. - afferma il Crc - E' Bolzano la città dove la carta
igienica costa di più, 3,40 il pacco da 4 rotoli, seguita da
Grosseto (3,15 euro), Udine (3,06 euro) e Trento (3,03).
Sull'altro versante della classifica Siracusa, con un prezzo
medio di 1,77 euro, è la provincia più economica d'Italia,
seguita da Bari (1,81 euro) e Mantova (1,87 euro).
Se si analizza l'andamento dei listini al dettaglio tra il
2021 e il 2024, emerge come i rincari più pesanti si registrino
a Grosseto e Ferrara, con una variazione dei prezzi che supera
il +89%, +85% a Bolzano, Udine e Livorno. Le province dove la
carta igienica è rincarata di meno nel triennio sono Messina
(+14,5%), Bari (+15,3%) e Vercelli (+17,3%).
"Si stima che il mercato della carta igienica valga in Italia
circa 1,2 miliardi di euro all'anno. - afferma il presidente del
comitato scientifico Crc, Furio Truzzi - Un bene talmente
indispensabile che, come si ricorderà, durante la pandemia fu
uno dei primi a sparire dagli scaffali dei supermercati, con i
cittadini che acquistarono ingenti scorte di tale bene. A pesare
sui rincari dei prezzi ci sono più fattori: in primis la crisi
delle materie prime, con la guerra in Ucraina che ha portato ad
un crollo delle importazioni di legno dalla Russia da cui si
ottiene la cellulosa indispensabile per produrre la carta
igienica, e il conseguente rialzo delle quotazioni
internazionali della fibra corta, salite a gennaio del 68%
rispetto ai livelli pre-rincari. Ci sono poi i maggiori costi di
produzione determinati dal caro-energia". (ANSA).
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