ROMA
Gimbe, 13 miliardi in meno alla sanità negli ultimi 3 anni

(ANSA) - ROMA, 08 OTT - La 'lenta agonia' del Servizio
Sanitario Nazionale rischia di aprire sempre più la strada al
privato. È quanto emerge dall'ottavo Rapporto Gimbe, che
analizza e monitora la sostenibilità e l'efficienza del Ssn:
negli ultimi tre anni, afferma Gimbe, la sanità pubblica ha
perso 13,1 miliardi di euro, mentre 41,3 miliardi sono a carico
delle famiglie. In particolare, un italiano su 10 ha dovuto
rinunciare alle cure e nonostante l'Italia sia al secondo posto
in Europa per numero di medici, resta indietro per quanto
riguarda gli infermieri. Il Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza per la salute registra inoltre gravi ritardi: solo il
4,4% delle case della comunità è pienamente operativo.
"Se è certo che nel triennio 2023-2025 il Fondo sanitario
nazionale è aumentato di 11,1 miliardi di ero - rileva
Cartabellotta - è altrettanto vero che con il taglio alla
percentuale di Pil la sanità ha lasciato per strada 13,1
miliardi. Infatti, la percentuale del Fsn sul Pil al 31 dicembre
2024 è scesa dal 6,3% del 2022 al 6% del 2023, per attestarsi al
6,1% nel 2024-2025". Dunque, avverte, "siamo testimoni di un
lento ma inesorabile smantellamento del Ssn, che spiana
inevitabilmente la strada a interessi privati di ogni forma -
spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe,
durante la presentazione del Rapporto presso la Camera dei
Deputati - Continuare a distogliere lo sguardo significa
condannare milioni di persone a rinunciare alle cure ed al
diritto fondamentale alla salute". Cartabellotta ha poi aggiunto
che, "nonostante le promesse dei governi, nessuno ha avuto
finora la visione e la determinazione necessarie per rilanciare
il Ssn con risorse adeguate e riforme strutturali. Le
conseguenze sono - continua - aumento delle disuguaglianze,
famiglie schiacciate da spese insostenibili, cittadini costretti
a rinunciare alle cure, personale demotivato che lascia la
sanità pubblica. È la lenta agonia di un bene comune che rischia
di trasformarsi in un privilegio per pochi". Necessaria una
convergenza di sforzi tra Governo, Regioni e Asl per trasformare
le risorse in servizi accessibili, "altrimenti rischiamo di
lasciare in eredità alle future generazioni strutture vuote ed
un pesante indebitamento. Il futuro del Ssn - conclude - si
gioca su una scelta politica netta: considerare la salute un
investimento strategico o continuare a trattarla come un costo
da comprimere". (ANSA).
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