ORVIETO (TERNI)
A Orvieto emergono reperti dalla terra sacra degli etruschi

(ANSA) - ORVIETO (TERNI), 05 AGO - Due teste di ariete, una
di leone e altari monumentali emersi dalla terra sacra degli
etruschi. Sono i reperti straordinari ritrovati nelle recenti
campagne di scavo al Campo della Fiera, alle pendici della rupe
di Orvieto, dove da 26 anni lavora l'equipe guidata
dall'archeologa Simonetta Stopponi.
L'ANSA ha potuto visitare il sito e in anteprima i depositi
che custodiscono i tesori del Santuario federale degli etruschi,
riconosciuto ormai dalla comunità scientifica internazionale
come il celebre Fanum Voltumnae, il luogo dove si riunivano
annualmente i rappresentanti delle dodici città-stato etrusche.
"Siamo nel santuario federale degli etruschi - ha spiegato la
professoressa Stopponi - i primi segni di culto risalgono alla
prima metà del VI secolo a.C., ma è nella seconda metà del
secolo, con la pianificazione urbanistica voluta da Porsenna re
di Chiusi e Orvieto, che il sito raggiunge la sua piena
fioritura".
Qui, ai margini della città, in posizione pianeggiante e
strategica, sorgevano templi, altari e strutture monumentali
oggi parzialmente riportate alla luce. Ma è negli ultimi anni
che sono stati rinvenuti alcuni dei reperti più significativi.
"Abbiamo trovato altari giganteschi - racconta Stopponi - i più
grandi finora scoperti in Etruria, composti da blocchi
sovrapposti e decorati con teste di ariete e di leone, risalenti
all'inizio del V secolo a.C.".
Le due teste di ariete e quella di leone, perfettamente
scolpite con dettagli naturalistici e uno sguardo magnetico,
ornavano questi altari dedicati agli dèi celesti, come indicano
anche le fonti latine. "Abbiamo perfino trovato un occhio in
bronzo e pasta vitrea - aggiunge l'archeologa - che conferisce
alle sculture un realismo impressionante". Accanto a questi
capolavori, migliaia di reperti: ceramiche, oggetti votivi,
monete romane e persino un pendente d'oro cavo, usato per
contenere profumo, a forma di ghianda. Un tesoro diffuso in
un'area che le indagini geofisiche stimano in circa 40 ettari.
(ANSA).
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