LA CLASSIFICA
«Busto Arsizio, la città più brutta»
Bollata come la peggiore della Lombardia, al sesto posto in Italia
Ma Busto Arsizio è proprio così brutta? Molti bustocchi direbbero proprio di no – se non altro per motivi affettivi -, eppure lo stereotipo è duro a morire, continuamente alimentato da gag di cabarettisti, battute cinematografiche e graduatorie più o meno attendibili. L’ultima in ordine di tempo è la classifica sulle “10 città più brutte d’Italia” stilata dal sito Affarifinanza.it (da non confondere col più noto “Affari & Finanza, inserto economico de La Repubblica). In questa poco invidiabile “top ten”, Busto Arsizio figura al sesto posto, dietro Corigliano Calabro, Gela, Mestre, Taranto e Piombino.
«Un cesso di posto»
«Queste città sono state scelte per diversi motivi – spiega l’autrice dell’articolo -, tra cui: presenza di inquinamento industriale, mancanza di manutenzione e degrado urbano, sviluppo urbanistico caotico e disordinato». Vero? Esagerato? Ai lettori l’ardua sentenza. Eppure la poco lusinghiera valutazione sulle qualità estetiche di Busto è in buona compagnia. Solo pochi giorni fa il noto giornalista radiofonico Giuseppe Cruciani (conduttore di un programma di culto come “La Zanzara” su Radio 24), ospite del podcast di Alessandro Cattelan, ha affermato: «Se dici che Busto è un cesso di posto, nessuno da Busto Arsizio ti minaccia», puntualizzando poi che «se lo dici di Busto Arsizio, che oggettivamente è così (ovvero “brutta”, ndr), nessuno ti minaccia».
Volendo fare un complimento ai bustocchi e alla loro civiltà, il buon “Crux” ha comunque ribadito che Busto non è proprio bellissima (Cruciani peraltro è stato recentemente al Teatro Sociale con il suo spettacolo).
Una presa di posizione che ha peraltro indispettito un noto bustocco come l’avvocato Walter Picco Bellazzi: «È ora di finirla – sbotta Bellazzi – che personaggi famosi vengano a Busto, incassino dei soldi grazie al pubblico bustocco e poi dicano che la nostra città è un cesso. Mi aspettavo che qualcuno dell’amministrazione comunale dicesse qualcosa contro questo malcostume».
I precedenti non mancano. Tre anni fa una battuta del comico palermitano Angelo Duro fece arrabbiare parecchi bustocchi. Annunciando la ripresa del suo tour, Duro disse: «Busto Arsizio? Giuro che esiste: fa cagare ma esiste». In quel caso, contrariamente a quanto affermato da Cruciani, le reazioni indignate non mancarono, a cominciare da quella dell’allora assessore ai grandi eventi Paola Magugliani: «La prossima volta vai da qualche altra parte». Solo Matteo Sabba (che in quel momento guidava il Duc) difese l’umorismo politicamente scorretto di Angelo Duro.
«Io no spik inglish»
Tornando indietro negli anni, come dimenticare la battuta di Paolo Villaggio nel film “Io no spik inglish”: «Busto Arsizio? Ma è agghiacciante!», o la caustica ironia de “Lo svarione degli anelli” (parodia del Signore degli Anelli) che assimilava Busto alla “Terra di Merdor”. Eppure non manca in ambito artistico qualche esempio contrario, come la ballata musicale di Pierdavide Carone e Nando Timoteo, suggellata dal verso finale: “Ti amo Busto Arsizio”. Il dibattito è aperto.
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