RIO DE JANEIRO
Castro difende l'operazione in favela davanti alla Corte suprema
                      
          (ANSA) - RIO DE JANEIRO, 03 NOV - Il governatore dello Stato
di Rio de Janeiro, il bolsonarista Cláudio Castro, ha risposto
al giudice della Corte suprema brasiliana, Alexandre de Moraes,
dicendo che l'operazione di polizia condotta il 28 ottobre
scorso nei complessi della Penha e dell'Alemão e costata la vita
ad almeno 130 persone, è stata "realizzata nei limiti della
legge e della Costituzione", con "uso proporzionale della forza"
di fronte alla minaccia del Comando Vermelho, la principale
organizzazione criminale di Rio. Lo rende noto il sito del
quotidiano brasiliano O Globo.
   Castro, che oggi è stato sentito per oltre due ore da Moraes,
ha consegnato al giudice un documento di 26 pagine da lui
firmato in cui assicura che l'operazione ha rispettato le regole
imposte dalla Corte suprema, ovvero "azioni diurne, presenza di
ambulanze e divieto di uso di scuole come basi".
   Tutti gli agenti, si legge inoltre nel documento, indossavano
bodycam, sebbene alcune abbiano presentato "guasti tecnici"
mentre è stata aperta un'inchiesta sulla rimozione di corpi
prima delle perizie.
   L'operazione, sempre secondo la dichiarazione firmata da
Castro, è stata pianificata per un anno, con due mesi di
riunioni operative tra Polizia civile e militare e il supporto
della Procura locale. In totale hanno partecipato 2.500 agenti,
che hanno eseguito 100 mandati di arresto e 145 perquisizioni,
sequestrando armi da guerra, esplosivi e veicoli.
   Moraes ha ordinato che tutte le prove siano preservate e
oggi, al governatore di Rio, ha chiesto chiarimenti urgenti
sulla più sanguinosa operazione di polizia degli ultimi anni.
(ANSA).
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