CONDIZIONI DI SALUTE
Nonno e nipote operati: sono in Terapia intensiva
Angelo Borghi è all’ospedale di Circolo, Simone a Novara. Le ipotesi sulla causa dell’incidente avvenuto a Cocquio
Nonno e nipote in Terapia intensiva dopo gli interventi chirurgici a cui sono stati sottoposti - il primo a Varese, il secondo a Novara - in seguito allo scontro frontale avvenuto sulla Sp 1 var, tra Cocquio e Gemonio. L’incidente avvenuto martedì a mezzogiorno ha destato grande impressione.
TERRIBILE CASUALITA’
Non solo per le lesioni riportate dai quattro feriti, e per gli effetti devastanti sulle carrozzerie delle tre auto coinvolte nel sinistro - Honda Crv, Mercedes Classe A 4Matic e Suzuki 4x4 - ma anche per l’incredibile casualità che ha voluto che la vettura di nonno Angelo Borghi si scontrasse proprio con quella del nipote Simone, poi tamponata dalla terza automobile. Ricoverati, ma con lesioni meno preoccupanti, anche la 22enne in auto con il giovane e il 75enne sulla Suzuki.
MOLTO CONOSCIUTI
Nella giornata di ieri vasta è stata l’eco che ha generato l’incidente. Sia perché nonno Angelo, 76 anni (che alla guida del suv Honda viaggiava in direzione di Gavirate), è molto noto nella Città giardino e in provincia per aver creato la casa di cura di Brebbia, istituto clinico convenzionato intitolato a papà e mamma, la Fondazione Gaetano e Piera Borghi. Sia perché Simone, 24enne al volante della Mercedes, opera col padre Gianluca in tre settori: lavora nell’emporio commerciale sorto da pochi mesi a Cuveglio; ha gareggiato fino al 2022 nell’automobilismo amatoriale nel campionato velocistico Legend Cars, ma dopo la conquista del titolo nazionale ha smesso con le corse. Inoltre Simone e papà Gianluca hanno sviluppato progetti vincenti nel settore dei simulatori di guida sicura e sportiva: il primo fu dedicato alla sicurezza stradale e venne applicato con successo proprio alla clinica di Brebbia, destinato alla riabilitazione dei malati neurologici affetti dalla malattia di Parkinson; altri sono stati utilizzati da team e piloti professionisti impegnati nel settore della velocità.
LE CAUSE E LE IPOTESI
Cause e responsabilità sono al vaglio della polizia locale di Cocquio, che non può contare su testimoni oculari e che non ha ancora potuto ascoltare i feriti. Molte le ipotesi sul tavolo per cercare di capire perché la Mercedes - come sembra emergere dai primi accertamenti - abbia invaso la corsia opposta. Un malore? Un errore? Velocità eccessiva in un punto dove il limite impone i 70 chilometri orari, su asfalto umido dopo la pioggia mattutina? E se si trattasse di una manovra d’emergenza per evitare un veicolo fermo a bordo strada? Un automobilista ha dichiarato che quando lui è arrivato sul posto pochi istanti dopo l’incidente c’era già un suv il cui conducente, sconvolto per l’impressionante scena, dopo aver vomitato oltre il guard-rail, è risalito in macchina e se ne è andato senza aspettare soccorritori e forze dell’ordine. Ma chi abita in zona non esclude neppure la presenza di cinghiali o caprioli, ungulati che in quella zona capita di vedere non di rado.
© Riproduzione Riservata