IL PROCESSO
Palloncini, fiori e calze per riconquistare la ex
Cinquantenne di Morazzone accusato di stalking

Lettere d’amore, biglietti di auguri, messaggi sul telefonino, piante, palloncini, persino la calza della Befana appesa al cancello. Le ha provate tutte, quell’uomo sulla cinquantina, per cercare di riconquistare la donna con cui aveva avuto una relazione. Ma ha esagerato, spingendosi fino a disturbare anche gli amici e i vicini di casa della sua ex, tanto da costringerla a bloccare la sua utenza telefonica e infine a denunciarlo per atti persecutori. Ed è proprio per il reato di stalking che il morazzonese è ora finito davanti al gup del Tribunale di Varese. La Procura ha chiesto il suo rinvio a giudizio, la donna si è costituita parte civile (assistita dall’avvocato Chiara Di Giovanni) e il difensore dell’imputato (l’avvocato Raffaella Servidio) ha avanzato istanza di giudizio abbreviato, che consente di ottenere uno sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Istanza che è stata accolta: l’udienza, davanti al giudice Alessandro Chionna, si terrà alla metà di dicembre.
«VI AMO, I MIEI GRANDI TESORI»
Era stata lei a porre fine alla storia. Una decisione che lui, ancora innamorato, non riusciva ad accettare. Per questo, da ottobre 2022 fino all’inizio del 2024, l’ha «molestata e minacciata» al punto da far crescere nella donna quello che il capo d’imputazione definisce «un perdurante e grave stato d’ansia e di paura». Molestie che - stando all’accusa - si sono concretizzate in una raffica di messaggi, anche a sfondo sessuale, dalla mattina fino alla sera. In uno di questi avrebbe minacciato di uccidersi se non fossero tornati insieme. E se lei non gli rispondeva, allora si rivolgeva ai suoi amici chiedendo loro informazioni e consigli. Nel mirino pure i vicini di casa, ai quali consegnava i regali (fiori e piante) in assenza della donna. Più di una volta si è presentato sotto l’abitazione di lei, lasciandole biglietti nella cassetta delle lettere. In occasione del compleanno della figlia della ex, poi, le ha fatto trovare dei palloncini appesi al cancello, con un messaggio di auguri alla festeggiata e un altro rivolto alla donna che ancora amava alla follia. Un biglietto dello stesso tenore è stato allegato anche al sacchetto contenente le due calze della Befana fatte recapitare, a madre e figlia, sempre all’ingresso della loro abitazione: «Vi amo, miei grandi tesori».
«HO DOVUTO CAMBIARE ABITUDINI»
Messaggi che all’apparenza possono sembrare innocui, spontanei, sinceri, tanto che l’imputato è ancora convinto di non aver fatto nulla di male, se non manifestare il proprio amore. Ma che, ripetuti nel tempo e con sempre maggiore insistenza, hanno spaventato la donna, facendole temere per l’incolumità propria e quella della figlia. Donna che, alla fine, ha dovuto cambiare le proprie abitudini.
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