IN TRIBUNALE
Tentato omicidio a Varese: il pm chiede 8 anni
Richiesta di condanna severa per il tunisino che picchiò un anziano in corso Moro

Il pm ha chiesto 8 anni di carcere per Kiram Amira, 43 anni, tunisino, irregolare in Italia da vent’anni, sotto processo con l’accusa di tentato omicidio per il violento pestaggio di un anziano di 67 anni avvenuto all’alba del 30 dicembre 2023 in corso Moro. Il difensore, l’avvocato Giovanni Caliendo, ha invece chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste (in relazione al tentato omicidio). Il processo si avvia alla fase conclusiva: dopo l’udienza di oggi con la discussione finale, è stato deciso il rinvio al 25 febbraio, quando ci sarà la sentenza. L’episodio creò scalpore per la violenza apparentemente immotivata, anche se il tunisino aveva già dato la sua versione: dopo aver subito un pestaggio, si era impaurito, vedendo quell’uomo con il cappuccio, camminare prima sull’altro lato di corso Moro e poi sul suo, come se lo stesse seguendo. Così è scattata la reazione: secondo l’accusa, la brutale aggressione avvenne con calci, pugni e una bottigliata in testa, che ha lasciato la vittima con un’emorragia cerebrale, fratture ed ematomi vari, il volto sanguinante e irriconoscibile. L’imputato aveva già ammesso di aver sferrato un pugno contro l’anziano, finito con la testa contro una vetrina, e di averlo bloccato a terra con un piede dando piccoli calci all’addome. Il 67enne non lo aveva riconosciuto, ma l’identificazione avvenne grazie alla testimonianza di due operatori ecologici: determinanti le telecamere e il sangue della vittima sui lacci delle scarpe del tunisino. La difesa contesta il ruolo degli operatori, che sarebbero intervenuti solo dopo, l’uso della bottiglia (agì a mani nude senza armi) e i calci in faccia reiterati (la prognosi fu poi di dieci giorni).
© Riproduzione Riservata