TRIBUNALE
Manfrinati, chiesti 5 anni e 7 mesi per stalking
Requisitoria di un’ora e mezza della pm Cottini, poi la richiesta di pena

Cinque anni e sette mesi di reclusione. È questa la pena richiesta oggi, mercoledì 9 aprile, dal pubblico ministero Maria Claudia Contini al termine di una requisitoria durata un'ora e mezza, nell'ambito del processo che vede imputato Marco Manfrinati per stalking nei confronti dell'ex moglie Lavinia Limido, della madre di lei, Marta Criscuolo, e del padre Fabio Limido, ucciso dallo stesso Manfrinati il 6 maggio scorso, giorno in cui ha anche tentato di uccidere Lavinia. Il processo si sta celebrando a Varese davanti al giudice Luciano Luccarelli.
Dopo la richiesta della procura, la parola è passata alla parte civile rappresentata dall’avvocato Fabio Ambrosetti. Al termine del suo intervento il legale ha chiesto un risarcimento immediatamente esecutivo di 150.000 euro, 50.000 per ogni parte offesa vittima dello stalking compreso Fabio Limido di cui Lavinia e Marta Criscuolo sono eredi. Nel pomeriggio, alla ripresa dell’udienza, la parola è passata alla difesa, affidata all’avvocato Fabrizio Busignani. Il legale ha parlato per più di due ore e mezza e al termine ha chiesto l’assoluzione di Manfrinati sostenendo l’insussistenza del reato di stalking che sarebbe stata una totale invenzione della famiglia Limido «con l’obiettivo di annichilire la potestà genitoriale» dell’imputato.
La sentenza sarà pronunciata il prossimo 26 maggio.
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