LA SENTENZA
Tradisce la moglie, poi la picchia e la minaccia: condannato
Cinque anni di carcere a un albanese. Le botte anche davanti ai figli
Schiaffi e pugni alla ex moglie, ma anche minacce di morte, persino, via telefono, dal carcere dove lui era detenuto per altri reati. Botte anche davanti ai figli minorenni della coppia, tanto che in un'occasione è stato proprio uno dei figli a intervenire in difesa della madre salvandola dalle sberle del padre. Per questo un cittadino albanese di 42 anni è stato processato per maltrattamenti in famiglia, con l'aggravante di averli compiuti di fronte ai bambini (un giorno avrebbe anche mimato il gesto di tagliarle la gola). Accusa per cui è stato condannato oggi, martedì 18 giugno, dal tribunale di Varese a 5 anni e 3 mesi di reclusione (il pm Maria Claudia Contini aveva chiesto una pena di 6 anni). L'immigrato dovrà anche risarcire l'ex compagna (parte civile con l'avvocato Elisabetta Brusa) con settemila euro. Episodi violenti risalenti al 2022 e che l'imputato ha sempre negato; il suo difensore, Massimiliano Carnelli, ha proposto di riqualificare l'imputazione in atti persecutori, reato per il quale era stato inizialmente aperto il fascicolo, poi modificato. Una storia finita quando lei scoprí i tradimenti di lui, che però non si è mai arreso e ha continuato a seguirla, anche sul lavoro e davanti alla scuola dei figli. E ancora telefonate e messaggi minatori. E quando lui viene a sapere di essere stato denunciato va su tutte le furie: «Ti ammazzo!».
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