L’ESPOSIZIONE
George Hoyningen-Huene, colui che trasformò la fotografia in Avanguardia
In occasione dei 125 anni dalla nascita dell’artista a Palazzo Reale a Milano apre la mostra a lui dedicata

George Hoyningen-Huene (1900-1968) ̀è stato un pioniere della fotografia di moda, grazie alla capacità di fondere estetica classica e influenze d’avanguardia. Riconosciuto da Richard Avedon come «un genio, il maestro di tutti noi», non è ancora conosciuto come meriterebbe. Per questo Palazzo Reale a Milano gli dedica una mostra, in occasione dei 125 anni dalla nascita; un progetto di Cms.Cultura e Palazzo Reale di Milano, con George Hoyningen-Huene Estate Archives, a cura di Susanna Brown. «Nel 1968, Huene lasciò in eredità il suo archivio al caro amico Horst P. Horst, che negli anni Ottanta, a partire dai negativi, iniziò a realizzare stampe al platino-palladio per musei e collezionisti», racconta la curatrice. «Queste stampe hanno una superficie lussureggiante e opaca e sono apprezzate per la loro raffinata qualità e la ricca gamma tonale. La mostra presenta molte delle stampe realizzate sotto la guida di Horst, insieme a nuove stampe al platino-palladio create dal 2020 negli archivi della George Hoyningen-Huene Estate». L’esposizione ripercorre tematicamente la carriera di Huene, nato a San Pietroburgo da un’americana e da un barone estone, rifugiatisi a Londra e poi a Parigi, dove Huene entra a far parte della cerchia ristretta di Man Ray, con il quale collabora, e frequenta alcuni artisti surrealisti come Salvador Dalì, Lee Miller, Pablo Picasso, Paul Eluard e Jean Cocteau. Grazie alla collaborazione decennale con Vogue Francia, come capo fotografo, divenne uno degli autori di punta del panorama del tempo, per i servizi che univano in un’unica estetica arte classica e Surrealismo. Nelle dieci le sezioni in cui si articola la mostra ci s’imbatte nella documentazione della Parigi anni ‘20, con i mitici «Ballets Russes» di Diaghilev (con i costumi disegnati da Giorgio De Chirico) o Joséphine Baker che danza a ritmo di jazz. Seguono le foto di moda, con l’iconica immagine «The Divers», 1930, che ritrae Horst P. Horst e Lee Miller di spalle di fronte al mare, e quelle dei viaggi in Tunisia, Algeria, Egitto, Grecia, Messico. Centrale il capitolo sull’ispirazione classica, alla ricerca della bellezza perfetta, che conferisce ai suoi scatti una mitica atemporalità, consacrando le sue muse più celebri, come Agneta Fischer e Lee Miller. Elementi del surrealismo confluirono invece nei lavori che lo videro collaborare con le griffe di Elsa Schiaparelli, audace nella ricerca di nuove vie, e di Coco Chanel, di una modernità insieme sobria e rivoluzionaria. Dopo un decennio a New York, ad «Harper’s Bazaar», dal 1946 si trasferirà a Hollywood, diventando il ritrattista del Gotha del cinema.
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